Gli stipendi d'oro della Rai pagati col canone in bolletta

Anticipati sul web gli elenchi dell'azienda. Il dg Campo Dall'Orto prende 600mila euro, i direttori oltre 250

Gli stipendi d'oro della Rai pagati col canone in bolletta

Oggi non mancheranno le sorprese. I parlamentari del Movimento 5 Stelle stanno affilando le armi (della parola) già da tempo. Il consiglio di amministrazione della Rai, in attuazione della legge di riforma varata l'anno scorso, darà infatti avvio all'«operazione trasparenza» con una conferenza stampa che anticiperà la pubblicazione online di retribuzioni lorde e curriculum di dirigenti e giornalisti. Si potrà, quindi, sapere come sono parzialmente spesi i 500 milioni di maggior gettito (stima dell'Agenzia delle Entrate) garantiti a Viale Mazzini dall'inserimento del canone nella bolletta elettrica.

Dagospia ha anticipato alcuni contenuti che non mancheranno di destare sorpresa. Se il compenso del direttore generale Antonio Campo dall'Orto è noto (meno di 650mila euro), meno noti sono i 270mila euro corrisposti al direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta. O i 390mila euro corrisposti al presidente di Rai Fiction, Antonio Marano. Ben remunerato anche il direttore della comunicazione Giovanni Parapini (250mila euro).

Questi stipendi alimenteranno le solite polemiche sul mancato rispetto della soglia di 240mila euro come compenso massimo per i dirigenti delle società pubbliche (decreto del governo Letta. Polemiche che Rai e governo rispediranno al mittente. Grazie all'emissione di un bond da 350 milioni di euro quotato alla Borsa di Dublino la tv di Stato rientra nel novero delle società pubbliche esonerate da tale vincolo in quanto quotate o emittenti di titoli negoziati su mercati regolamentati. Ecco dunque spiegato perché sia il dg Campo dall'Orto che il presidente Monica Maggioni percepiscono un compenso maggiore rispetto ai 311mila euro e ai 93mila euro inizialmente fissati per decreto ministeriale. Una furbata, potrebbe dire qualcuno, ma legale.

Altrettanto scalpore potrebbero destare i 240mila euro del direttore Canone Marco Zuppi e dell'ex direttore dei Servizi parlamentari, Anna La Rosa, attualmente a disposizione. In questa fascia rientrano anche l'ex dg Lorenza Lei, in contenzioso con la Rai, (240mila euro), il volto del TgUno Tiziana Ferrario (238mila) e il neodirettore di Rai Sport Gabriele Romagnoli (230mila) la cui nomina ha suscitato polemiche perché «esterno» all'azienda.

E, d'altronde, Romagnoli non è il solo: dall'insediamento di Campo dall'Orto sono circa una ventina le risorse pescate fuori dai cancelli di Viale Mazzini. Dalle direttrici di RaiDue, Ilaria Dallatana (sopra i 200mila si mormora), e RaiTre, Daria Bignardi (280mila euro, dicono i rumor), al direttore finanziario Raffaele Agrusti (ex Generali) passando per il nuovo conduttore di Ballarò, l'anchorman Gianluca Semprini. Chiudono la graduatoria di Dagospia il direttore Risorse televisive Andrea Sassano (220 mila), la giornalista-manager Carmen Lasorella (200mila) e Francesco Pionati (200mila).

Il piano trasparenza, che sarà illustrato oggi, renderà noti anche appalti e investimenti. Il cda ne sarà informato solo domani. L'analisi delle retribuzioni è stata effettuata dalla società di consulenza Korn Ferry secondo cui le retribuzioni Rai sarebbero addirittura inferiori alla media dei competitor.

«Pretendiamo che si faccia piena luce anche in merito agli stipendi dei conduttori e delle star che sono pagati con i soldi dei cittadini», ha chiosato Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che da ministro della Pubblica amministrazione avviò l'«Operazione trasparenza». Da oggi si avrà maggiore coscienza dell'impiego dei soldi dei contribuenti, ma questo non ci eviterà di pagare se lo spettacolo non ci piace.

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