Strage di Viareggio, 7 anni a Moretti

La Corte di appello di Firenze conferma le pene di primo grado: «Giustizia è fatta»

Strage di Viareggio, 7 anni a Moretti

Come di consueto, al mattino avevano portato in tribunale le magliette bianche con i visi e i nomi delle 32 vittime della strage di Viareggio. E quando dalla bocca del giudice è uscita la parola «colpevole», per i familiari delle persone che dieci anni fa hanno perso la vita è arrivato il momento della commozione. Non appena i magistrati della Corte d'Appello di Firenze hanno confermato le condanne emesse in primo grado per i vertici delle ferrovie - sette anni per l'ex ad di Rfi e della holding Fs Mauro Moretti, sei anni per Michele Mario Elia e per Vincenzo Soprano (rispettivamente ex ad di Rfi e di Trenitalia) i parenti delle vittime si sono stretti in un lungo, lunghissimo abbraccio e hanno finalmente smesso di trattenere le lacrime.

«Sono stati anni terribili hanno detto, riuniti nell'associazione Il mondo che vorrei ma non abbiamo lottato invano. Ora in galera qualcuno ci va davvero, non se la cavano più soltanto con i risarcimenti». Il verdetto di secondo grado è arrivato a pochi giorni dal decimo anniversario della strage, quel maledetto 29 giugno 2009 quando il treno merci Trecate-Gricignano, composto da 14 carri cisterna contenenti Gpl, deragliò alla stazione della città toscana provocando la morte di 32 persone. La sentenza di ieri non cambia la pena inflitta a Moretti, già condannato a 7 anni dal tribunale di Lucca, mentre la procura generale aveva chiesto per lui 15 anni e 6 mesi. L'ex amministratore, che pure aveva seguito tutte le fasi precedenti del processo, ieri non era in aula al momento della lettura della sentenza. Per Elia la procura aveva chiesto 14 anni e 6 mesi (in primo grado era stato condannato a 7 anni e 6 mesi), mentre per Soprano 7 anni e 6 mesi. Sei anni all'ex ad di Cargo Chemical Mario Castaldo (7 anni in primo grado), e 4 anni a Francesco Favo (6 in primo grado), Daniele Gobbi Frattini, Emilio Maestrini di Trenitalia, Paolo Pizzadini capo commessa di Cima Riparazioni.

È stato invece assolto Giulio Margarita, ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e oggi dirigente di Ansf, l'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, che in primo grado era stato condannato a 6 anni e sei mesi: per i giudici «il fatto non sussiste». Allo stesso modo, assolti anche per altri dirigenti e tecnici di Rfi - Giovanni Costa, Alvaro Fumi, Enzo Marzilli - tutti condannati in primo grado a sei anni.

Condannati invece amministratori e dirigenti delle società tedesche e austriache che facevano manutenzione dei carri merci in appalto. Tra loro anche Joachim Lehmann, supervisore presso l'Officina Jugenthal di Hannover, al quale la corte ha inflitto 7 anni e 3 mesi riformando la sentenza del tribunale di Lucca che lo aveva assolto. Per lui l'accusa aveva chiesto 8 anni sostenendo che «aveva un contratto da 17 ore l'anno per un compenso di 700mila euro, ma non andò a controllare» i materiali rotabili. La corte inoltre ha condannato, tenendo anche conto della prescrizione dei reati di incendio e lesioni colpose, a 8 anni e 8 mesi Rainer Kogelheide delle società Jungenthal e Peter Linowski di Gatx Rail Germania. Otto anni, invece, per Johannes Mansbarth ex ad di Gatx Rail Austria e Roman Mayer responsabile manutenzione flotta carri merci di Gatx Austria. Sei anni e 10 mesi per Andreas Schroter, Uwe Kriebel e Helmut Brodel della Jugenthal.

Confermata, infine, anche la sentenza di primo grado riguardo ai risarcimenti alle parti civili e le relative provvisionali, fra cui quelle per i familiari delle vittime.

«Oggi è stato fatto un passo avanti verso la giustizia commenta il sindaco di Viareggio, Giorgio del Ghingaro e il secondo grado conferma che ci sono delle responsabilità chiare. Ciò non vuol dire che termina il dolore, ancora vivo: non è con delle sentenze che si risarcisce una ferita grande e aperta nel cuore della città».

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