Un citofono che suona, una mattina qualsiasi di gennaio, un cliente come tanti che cerca il geometra. E una porta che all'improvviso si spalanca su un altro mondo, che travolge tutto, che trasforma per sempre una vita, e una persona, in un'altra.
Antonella è una bella ragazza e dalla vita, per quanto giovane, ha già tutto quello che si può desiderare: un marito, il geometra, un lavoro, segretaria nello studio del geometra stesso, due figli, una bella casa, «una vita dove tutto era perfetto e dove non mancava nulla, nemmeno finanziariamente». Ronald Reagan ha appena giurato come presidente degli Stati Uniti, Papa Wojtyla sarà ferito in piazza San Pietro a colpi di pistola da un lupo grigio turco, Carlo d'Inghilterra e Lady D si sposano, Sanremo lo vince Alice con Per Elisa. È il 29 gennaio 1981 e davanti a quella porta, racconta Antonella al Secolo XIX, «mi sono trovata un tipo strano, con gli stivaloni, il mantello, le basette, la pipa. L'ho guardato, ed è bastato un attimo, per avere la sensazione di conoscerlo da sempre».
Il tipo strano si chiama Augusto e anche a lui basta uno sguardo per capire che niente sarà più come prima. Entra con delle domande da fare, in quell'appartamento «con il parquet perfetto, i soffitti alti, la luce che entra dalle grandi finestre dove si vede il mare» ed esce con tutte le risposte che cercava nella vita. E con Antonella sotto braccio: «Me ne andai: abbandono di tetto coniugale. Quasi 40 anni fa, una cosa del genere ero sulla bocca di tutti: abbiamo fatto un gran rumore». Adesso hanno 77 e 72 anni e lui non sta più tanto bene: «Augusto non può muoversi: lo lavo, lo curo, da cinque anni è così. Ma è lucido. Ed è molto dolce: mi dice cose belle, sempre».
Così il 30 gennaio 2019, 38 anni dopo precisi il loro primo incontro Antonella Campanini e Augusto Ghignone si sono sposati. In casa, lui a letto, ma emozionato come un bambino, e il sindaco di Rapallo a celebrare le nozze. Sorride Antonella: «Diciamo che è un matrimonio riparatore: ora abbiamo messo le cose a posto». Lui gliel'aveva chiesto tante volte, solo adesso lei ha detto si.
Per il rispetto che devono alle loro vite «e per dargli felicità: ha sempre la paura che qualcuno un giorno possa portarmi via». In Amarsi un po' Battisti cantava «ma quanti ostacoli e sofferenze e poi, sconforti e lacrime per diventare noi». Ci sono dentro loro due.
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