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Su Hillary l'incubo del riconteggio

In alcuni seggi dell'Iowa dove il risultato era incerto, il vincitore stabilito con il lancio della monetina

Su Hillary l'incubo del riconteggio

New York - La lunga corsa per scegliere il successore di Barack Obama è più complessa e articolata di quanto appariva all'inizio della campagna elettorale: è questo il risultato consegnato dal caucus in Iowa, dove lunedì ha preso il via la maratona della primarie. In campo repubblicano Tez Cruz sconfigge Donald Trump, mentre tra i candidati democratici c'è un sostanziale pareggio tra Hillary Clinton e Bernie Sanders, con l'ex first lady avanti di soli 0,2 punti percentuali.Accolto da un boato dai fan riuniti in un capannone nella zona fieristica di Des Moines, capitale dello stato del Midwest, Cruz prende a prestito lo slogan con il quale Obama conquistò la presidenza nel 2008: «I conservatori coraggiosi hanno detto: yes we can», afferma il senatore anti-sistema che non gode di tante simpatie nel Grand Old Party.

«L'Iowa ha parlato, ha mostrato che la nomination repubblicana non sarà decisa dai media, da Washington e dalle lobby, ma dal popolo», esulta. Il beniamino dei Tea Party ha ottenuto il 28% dei voti, contro il 24% del tycoon newyorkese e il 23% di Marco Rubio. E la ripresa del giovane senatore della Florida, considerato più «presentabile» dei due rivali, mostra che nonostante il forte voto anti-establishment il Gop sta reagendo.Al di là delle dichiarazioni ufficiali, serpeggia invece un certo nervosismo nell'entourage di Trump. Dal palco, dove compare in cravatta rosso Gop in perfetto pendant con l'abito della moglie Melania, il re del mattone si dice «felice» per il risultato. Per gli osservatori, invece, non deve aver preso bene il secondo posto, e tanto meno lo smacco di essere stato quasi raggiunto da Rubio. Una debacle senza appello è invece quella di Jeb Bush, che ha ottenuto solo il 2,8% delle preferenze, anche se lui dice che «la vera corsa per la Casa Bianca comincia in New Hampshire il 9 febbraio».

La partita è ancora più aperta in campo democratico, dove la nottata elettorale di lunedì è finita sostanzialmente pari merito tra Hillary Clinton e Bernie Sanders: con il 100% dei seggi scrutinati l'ex segretario di stato è al 49,8% contro il 49,6% del rivale. Una vittoria al fotofinish che la Clinton ha immediatamente festeggiato, mentre per il senatore del Vermont si tratta di un «virtuale pareggio». In alcuni seggi, per decidere il vincitore, ci si è affidati al lancio della monetina: in sei casi a spuntarla è stata la Clinton. Sanders ha messo in dubbio il risultato e chiesto al partito il conteggio voto per voto. Lo spettro di quanto accadde nel 2012, con il ribaltone avvenuto tra Mitt Romney e Rick Santorum, è ancora vivo, e anche stavolta c'è chi ritiene che l'Iowa non sia stato in grado di gestire il ruolo delicato di primo stato che apre la lunga stagione delle primarie. Questo nonostante la discesa in capo di Microsoft, cha ha ideato due app per semplificare la vita degli organizzatori dei caucus nella trasmissione dei voti. Su Twitter c'è chi se la prede proprio con l'azienda di Redmond, la cui tecnologia avrebbe fallito in alcune aree. «Ho vinto in Iowa: lì ho perso e ho vinto, e direi che vincere è meglio», chiosa Hillary in comizio in New Hampshire, dove è volata dopo aver prima esultato in Iowa quando ancora il risultato non c'era.

In realtà, quel suo successo sul filo di lana rappresenta un grande risultato anche per il rivale «socialista», che lancia un messaggio forte e chiaro: «È troppo tardi per la politica e l'economia dell'establishment».

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