Tria sgambetta ancora Salvini "Niente flat tax senza tagli"

Il ministro: «La via maestra è la revisione della spesa» E la Banca d'Italia lima le stime del Pil 2019 al +0,1%

Tria sgambetta ancora Salvini "Niente flat tax senza tagli"

La flat tax non potrà prescindere dal rispetto della disciplina di bilancio concordata con l'Europa. Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha ribadito ulteriormente quali saranno le direttrici della manovra 2020. E lo ha fatto dinanzi alla platea dell'assemblea dell'Associazione bancaria italiana che ieri ospitava per il centenario anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, oltre al governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.

Il governo nei prossimi mesi lavorerà «per creare spazi fiscali per la riforma dell'imposizione sulle persone fisiche», ha detto Tria sottolineando che la chiave per andare avanti «è che ci sia sostenibilità finanziaria oltre che economica e sociale». I tagli della spesa pubblica nonché delle detrazioni e delle deduzioni saranno fondamentali per contenere il deficit. «Abbiamo già indicato la revisione organica della spesa pubblica e delle spese fiscali come la via maestra», ha ricordato Tria promettendo «una gestione oculata della manovra di bilancio». Non è un caso che la premessa posta dal titolare del Tesoro sia stata fondata sul fatto che, dopo un anno, «sono sfumati i dubbi immotivatamente diffusi sulla coerenza del governo con le regole europee e sulla ferma volontà di mantenere l'Italia nel ruolo che le compete». Insomma, Bruxelles sarà la bussola della politica economica con buona pace del vicepremier Matteo Salvini il cui mantra è il taglio delle tasse indipendentemente dal giudizio della Commissione Ue. Il caveat è stato comunque rivolto anche al leader pentastellato, Luigi di Maio, le cui promesse di taglio del cuneo fiscale e di aumento del salario minimo hanno costi non trascurabili.

Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha anticipato ai banchieri i contenuti del Bollettino economico pubblicato ieri pomeriggio. La stima di crescita del Pil è stata tagliata allo 0,1% nel 2019 dal +0,3% dell'ultimo quadro di previsione, allo 0,8% l'anno prossimo (da +0,7%) e all'1% (da +0,9%) nel 2021. All'Italia serve «un piano organico, chiaro e coerente di misure e riforme orientate a favorire investimenti e crescita delle aziende, soprattutto di quelle innovative», ha evidenziato il numero uno di Palazzo Koch aggiungendo che tale progetto deve essere accompagnato da «una strategia credibile per la riduzione del peso del debito pubblico». La fiducia di famiglie e imprese potrebbe, infatti, «risentire di incertezze sulla politica di bilancio, dissipate per l'anno in corso ma ancora vive per il successivo». A questo proposito, la riduzione dello spread consentirebbe di facilitare il calo dell'incidenza del debito pubblico sul Pil. Ecco perché occorre continuare con una politica di riforme. Proprio quella sulla quale Tria si è impegnato pur ribadendo la stima contenuta nella Nota di aggiornamento del Def (+0,2% quest'anno).

«Ovviamente teniamo i conti in ordine, ma il problema è che vogliamo tenerli in ordine non con misure regressive di minor rigore, ma che consentano la crescita e l'occupazione», ha replicato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Il capo del governo è il primo a sapere che una totale copertura della manovra a cominciare dai 23,1 miliardi delle clausole di salvaguardia significherebbe aumentare le tasse. Senza contare che l'aliquota Irpef media tra 15 e 35mila euro è del 17%, mentre sale al 24% tra 35 e 50mila. Una flat tax al 15% «coperta» fiscalmente porterebbe, perciò, benefici minimi.

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