"Turni" e città turistiche: sui negozi è già caos

Di Maio ci ripensa: nei festivi un esercizio su 4 resterà aperto. La Lega spinge per nuove deroghe

"Turni" e città turistiche: sui negozi è già caos

Chiudere i negozi di domenica? Meglio regolamentare e ridurre le aperture. Il vicepremier Luigi Di Maio smorza i toni e annacqua la proposta. Non più otto domeniche all'anno (dicembre più altre quattro festività) come aveva annunciato ieri. Bensì ridurre al 25% le aperture festive di negozi e centri commerciali.

Il leader politico dei pentastellati non fa, insomma, un dietrofront completo. D'altronde questo è un tema in cui c'è ampia sintonia con l'alleato di governo. Ed è proprio una proposta di legge firmata Lega (da Barbara Saltamartini) quella calendarizzata in Commissione attività produttive di Montecitorio già questa settimana. «Non si può morire sul posto del lavoro - ha commentato ieri il leader del Carroccio Matteo Salvini - sacrificando tutto al profitto e al dio denaro». Facendo la felicità non solo del suo ministro della Famiglia (Lorenzo Fontana) ma anche della Chiesa e degli esponenti di Liberi e Uguali (come Nicola Fratoianni). Se Confcommercio e Confesercenti sono d'accordo con Di Maio e Salvini sul tema (ma non certo in nome della famiglia, bensì più banalmente in nome della salute delle piccole aziende che rappresentano), a sorpresa la Federcasalinghe si allinea a chi - come Fi e Pd - crede nella liberalizzazione e nella libertà del commercio. «Le donne che lavorano in casa - sottolinea una nota della Federcasalinghe - ormai non hanno che i giorni festivi per fare spese». Sono anche i numeri a dare ragione alla tesi di chi vuole difendere la libertà dei consumatori di trovare aperti gli esercizi commerciali nei giorni festivi. Secondo i dati pubblicati da Federdistribuzione la domenica è il secondo giorno della settimana per fatturato; e si registrano quasi 20 milioni di visitatori domenicali dei negozi. Numeri cui si aggiunge lo spettro di una massiccia perdita di posti di lavoro se vengono ridotti i turni settimanali dei commessi. L'azzurro Giorgio Mulè agita lo spettro della «decrescita infelice» considerando l'idea di Di Maio (e il ddl della Lega) deleteria soprattutto per il mercato del lavoro. «Forza Italia cercherà di far capire a Di Maio - annuncia Mulè - che il pane non è un'aspirina e che è sempre bene avere a disposizione un supermercato aperto dove prendere in qualsiasi giorno un po' di sale». «Quasi un terzo delle famiglie - gli fa eco la collega di partito Mara Carfagna - fa acquisti la domenica perché impossibilitate durante la settimana. Vogliamo chiudere a Natale, Pasqua e Capodanno? È una correzione di buon senso e di rispetto per la principale religione degli italiani. Ma con l'obbligo della chiusura domenicale rischiamo 50mila posti di lavoro».

La proposta di legge firmata dalla Lega, assicura poi Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole con delega al Turismo, non esclude alcune importanti deroghe, come quelle per le città d'arte dove. «Impensabile che in una realtà turistica si blocchi tutto di domenica».

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