Ucciso e gettato nel tombino Fermati il figliastro e un amico

C'è un movente economico dietro il delitto. L'autore ha soltanto 15 anni. Minorenne anche il suo complice

Ucciso e gettato nel tombino Fermati il figliastro e un amico

Valentina Raffa

Catania Ha freddato il patrigno con un colpo di fucile alla testa, sparato da distanza ravvicinata. Poi ha pensato di disfarsi del cadavere, nell'errata convinzione che non venisse ritrovato e di poterla fare franca. Così lo ha avvolto in un sacco, legato con delle corde e lo ha gettato in un tombino, a Pedara (Catania), non distante dall'abitazione dell'uomo. È la fine che ha fatto Domenico Citelli, 71 anni, dirigente della Regione siciliana in pensione. È stato ucciso dal figliastro di soli 16 anni. Un omicidio orribile, che ha destato enorme stupore nei residenti della cittadina etnea ieri mattina dopo il macabro rinvenimento del cadavere dell'uomo, descritto come una persona perbene e riservata.

Sono scattate immediatamente le indagini da parte dei carabinieri del comando provinciale di Catania e della Compagnia di Acireale, che sono stati coordinati dal procuratore distrettuale di Catania Carmelo Zuccaro e dal sostituto Antonino Fanara. Gli investigatori dell'Arma, che hanno effettuato i rilievi scientifici in casa della vittima raccogliendo indizi e prove, hanno scandagliato la vita di Citelli, che era incensurato, e sin da subito in questa indagine hanno escluso con certezza che si trattasse di un regolamento di conti da parte della criminalità organizzata. Hanno piuttosto battuto la pista della sfera familiare, cercando di capire chi potesse avercela con lui. Gli inquirenti, nel corso della giornata di ieri, hanno sentito diverse persone, per apprendere come i rapporti tra Domenico e il figlio 16enne della moglie, che era andata via di casa da parecchio tempo, fossero tesi.

Tra loro c'erano forti contrasti quotidiani pare per motivi di natura economica. Ci sarebbero state diverse richieste di denaro esternate dal ragazzino, che è rimasto a vivere col patrigno a Pedara dopo l'allontanamento della madre, seguite da dei dinieghi da parte di Citelli. Sarebbe questo il movente dell'efferato omicidio.

Il 16enne ha agito insieme con un coetaneo, che non sarebbe l'autore materiale del delitto, ma, dal momento che era presente all'uccisione del pensionato e all'occultamento del cadavere, gli vengono contestati gli stessi reati.

Per entrambi i 16enni la Procura per i minorenni di Catania ha disposto il fermo con l'accusa di omicidio aggravato premeditato in concorso e occultamento di cadavere.

Incalzato dai militari dell'Arma, che hanno ristretto il campo dei sospettati, puntando proprio sul ragazzino figliastro della vittima, ieri pomeriggio il 16enne ha ceduto e ha raccontato di avere sparato da vicino alla testa del patrigno utilizzando il fucile calibro 12 di proprietà di Citelli, che gli investigatori hanno trovato nell'abitazione della vittima. Poi ha pensato di sbarazzarsi del corpo gettandolo in un tombino a pochi metri dall'abitazione dopo averlo avvolto in un sacco e legato con delle corde. Ma non è bastato per far scomparire nel nulla la vittima.

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