Non iniziano sotto i migliori auspici i colloqui di Ginevra tra Mosca e Washington per tentare di disinnescare la crisi sull'Ucraina e allontanare la minaccia incombente di una guerra. Ieri, alla vigilia degli incontri bilaterali con il vice segretario di Stato Wendy Sherman alla guida della delegazione statunitense e il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov in qualità di rappresentante per i russi, il titolare di Foggy Bottom, Antony Blinken, ha messo in guardia la Russia dai «rischi di uno scontro», ove il dialogo e la diplomazia dovessero fallire. Avvertendo che in caso di aggressione all'Ucraina Mosca andrebbe incontro a «enormi conseguenze».
Secondo il New York Times, l'amministrazione di Joe Biden e i suoi alleati stanno lavorando per mettere a punto una serie di durissime sanzioni finanziarie, tecnologiche e militari contro la Russia. Misure punitive che entrerebbero in vigore immediatamente dopo un'eventuale invasione dell'Ucraina, con l'obiettivo di rendere chiaro agli occhi del presidente Vladimir Putin quale sarà il costo da pagare per un'azione di forza contro Kiev. In particolare - sempre secondo il Nyt - le sanzioni allo studio di Washington saranno mirate a tagliare fuori da tutte le transazioni globali le principali istituzioni finanziarie russe, a imporre un embargo sulla tecnologia made in Usa rivolta ai settori della difesa, dell'aerospazio e dell'industria dei consumi, ad armare i gruppi di insorti ucraini che vorranno avviare un'azione di guerriglia contro l'occupazione militare di Mosca. Tra le misure finanziarie ci potrebbe essere ad esempio l'esclusione della Russia dal sistema Swift, che regola le transazioni tra oltre 1.100 banche di 200 Paesi (così come avvenuto con l'Iran), anche se nessuna decisione sarebbe stata ancora presa. Mosca si è già detta «delusa» dai «segnali» fatti pervenire dagli Usa e anche dall'Ue, e afferma di non avere intenzione di fare «alcuna concessione» alle richieste americane. «È fuori discussione - ha dichiarato Riabkov - Siamo delusi dai segnali venuti in questi ultimi giorni da Washington, ma anche da Bruxelles».
L'Occidente ha accusato la Russia di aver ammassato decine di migliaia di soldati al confine con l'Ucraina e dice di temere un'invasione o un'azione militare, che però Mosca nega. Blinken, in occasione della riunione dei ministri degli Esteri della Nato a Bruxelles, venerdì, ha affermato che «una soluzione diplomatica è ancora possibile», ma «il rischio di un conflitto è reale». «La settimana scorsa ho visitato Kiev e la linea avanzata nella regione del Dombass. Ho sottolineato la necessità di una de-escalation e il fatto che l'Ue continuerà ad essere coinvolta in qualsiasi discussione sulla sicurezza europea: nulla che ci riguarda sarà deciso senza di noi», ha scritto su Twitter l'alto rappresentante per la Politica Estera dell'Ue, Josep Borrell. Ai colloqui di Ginevra seguirà mercoledì una riunione speciale del Consiglio Nato-Russia a Bruxelles e il giorno successivo una sessione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa a Vienna. Appuntamenti che - sottolinea il Washington Post - daranno la possibilità agli Stati Uniti di coinvolgere Mosca insieme ai suoi alleati e partner. «La nostra intenzione è quella di avere un dialogo aperto, sincero e serio sulla sicurezza europea con i russi al tavolo. Vogliamo essere inclusivi, non vogliamo bypassare nessuno», ha spiegato l'ambasciatore degli Stati Uniti all'Osce, Michael Carpenter. Gli impegni multinazionali presso la Nato e l'Osce sono una priorità per la Casa Bianca, la quale ha più volte rassicurato alleati e partner europei, inclusa l'Ucraina, che non negozierà «su di loro, senza di loro».
Ma è probabile che i colloqui di Ginevra siano l'indicatore più sostanziale dell'eventuale raggiungimento di un accordo diplomatico che eviterà una nuova guerra in Europa. «Il modo in cui pensano i russi - ha sottolineato un funzionario del governo Usa - è che c'è solo una sede che conta per loro, ed è quella bilaterale».
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