Profilassi per gli «estremamente vulnerabili» Chi soffre di malattie respiratorie o cardiocircolatorie, patologie renali i disabili, i malati Hiv, i diabetici, i gravemente obesi. Saranno loro i primi nell'elenco del piano vaccinale che è stato rivisto alla luce dei tagli e delle indicazioni più stringenti approvato ieri anche dalla Conferenza Stato-Regioni anche se sono ancora molti i dubbi e le incognite che pesano sulla possibilità di raggiungere l'agognata immunità di gregge entro la fine di quest'anno: chi e dove somministrerà le dosi? Come si individueranno i pazienti a rischio visto che l'accordo con i medici di famiglia non è ancora definito?
Tra i destinatari del prodotto Astrazeneca, per ora limitato a chi ha meno di 55 anni per ragioni di efficacia, la priorità andrà agli insegnanti e al personale di scuola e università. È stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, ad annunciare che con l'arrivo ieri delle prime dosi di Astrazeneca, 249mila, sarà vaccinato «chi lavora nelle scuole, nelle università, le forze dell'ordine e le altre categorie esposte» in modo da «accelerare la campagna di vaccinazione».
Nel piano aggiornato sono sei le categorie individuate: i soggetti estremamente vulnerabili per particolari patologie, indipendentemente dall'età. Patologie evidentemente associate ad un alto tasso di letalità con Covid19: malattie respiratorie, cardiocircolatorie, condizioni neurologiche e disabilità, diabete ed endocrinopatie severe, fibrosi cistica, patologia renale, malattie autoimmuni, malattie epatiche e cerebrovascolari, patologia oncologica, sindrome di Down, trapianto di organo solido, grave obesità. Poi le fasce d'età tra 75 e 79 anni e a seguire tra 70 e 74 anni. I soggetti persone con rischio clinico dai 16 ai 69 anni. Infine i destinatari di Astrazeneca persone tra 55 e 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico seguiti da persone tra 18 e 54 anni senza aumentato rischio clinico. Alle prime 5 categorie andranno Pfizer e Moderna, alla sesta AstraZeneca.
Ma le dosi ci sono? Le tabelle del piano aggiornato prevedono 64,50 milioni di dosi attese entro la fine del secondo trimestre di quest'anno Quasi raddoppiate rispetto alle tabelle precedenti perché sono stati conteggiati anche i prodotti di Johnson & Johnson (una sola dose) e Curevac, circa 7 milioni di dosi entro giugno. Da Pfizer tra il secondo ed il quarto trimestre 2021 sono attese 25,12 milioni di dosi ma il totale potrebbe aumentare se si conteggiasse anche l'opzione per gli altri 100 milioni richiesti dalla Ue. Così si potrebbero aggiungere altri 13,46 milioni di dosi.
Quindi in totale il piano prevede che alla fine del terzo quadrimestre, settembre, saranno state consegnate altre 68 milioni di dosi. Sulla carta. E in totale nel giugno del 2022 le dosi disponibili dovrebbero essere salite a oltre 224 milioni.
Sono state le regioni che hanno solecitato l'individuazione di una popolazione target prioritaria per i destinatari della profilassi durante il confronto con il governo presenti i ministri, Francesco Boccia, Affari regionali; Speranza; il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri; i presidenti di Emilia Romagna, Stefano Bonaccini; Liguria, Giovanni Toti,; Molise, Donato Toma; Umbria, Donatella Tesei; e la vicepresidente della Lombardia e assessore al Welfare,
Letizia Moratti. Tra loro molti hanno insistito anche sull'inutilità di utilizzare fondi per le primule destinate alle vaccinazioni volute da Arcuri, chiedendo di utilizzare strutture già esistenti per la campagna vaccinale.
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