Giusto il tempo di confermare per venerdì mattina la visita al cantiere Tav di Chiomonte, che sulla strada di Matteo Salvini arriva il «no pasaran» di Alessandro Di Battista. «Quando sono tornato per portare avanti delle battaglie e mi sono riunito con Luigi Di Maio non dico che ho posto delle condizioni ma ho detto che ritengo la questione No Tav prioritaria. Per me non esiste alcun progetto alternativo: io chiedo che il no alla Tav venga dato il prima possibile», ha detto l'ex deputato M5s ieri sera a Porta a Porta. E proprio ieri il ministro Toninelli ha introdotto un'altra dose di polemica contro Salvini affermando che i dati in possesso della Lega sulla fattibilità della Torino-Lione sono sbagliati.
«Il blocco della Tav - ha detto ieri Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia - costa circa 75 milioni al mese di finanziamenti europei, ovvero 6 miliardi fra penali e opere di ripristino, più di quanti ne servano per completarla. La Lega difende l'opera e il sottosegretario all'economia Garavaglia certifica che lo stop di miliardi ne costerà 24.
Nel frattempo la mitica analisi costi-benefici è rimasta nei cassetti del ministero dei Trasporti, alla faccia della trasparenza. Quindi le questioni sono due: Toninelli la smetta di lavorare con il bianchetto e renda pubblico questo benedetto studio; la Lega passi dalle parole ai fatti e imponga il completamento dell'opera».
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