Bellezza a pagamento. E su prenotazione. Un'idea a cui siamo abituati quando si tratta di arte e di musei ma che ci sconcerta se parliamo di una chiesa, di un luogo sacro il cui accesso dovrebbe essere libero perché le braccia aperte sarebbe il core business della religione.
Accade a Venezia, alla basilica di San Marco, un luogo magnifico tra i più amati della città lagunare dell'Italia tutta, a cui certo non mancano le attrattive. La grande chiesa, consacrata nella sua veste attuale nel 1094, soffre da tempo per l'enorme afflusso di visitatori (circa 5,5 milioni all'anno) e urgono provvedimenti per contingentare e responsabilizzare chi vi ha accesso. Da qui l'idea di istituire un ticket per l'accesso, elettronico e ottenuto su prenotazione. La misura sarebbe allo studio della Procuratoria di San Marco, l'organismo a cui spetta la tutela e la manutenzione della basilica, che assieme ai tecnici sta definendo i particolari della misura, destinata a provocare discussioni e polemiche come ogni cosa che riguarda Venezia.
La notizia dell'e-booking marciano è contenuta nelle pieghe più remote degli atti del convegno che sabato scorso si è tenuto nel vicino Palazzo Ducale, e che ha visto esperti, curatori, accademici e religiosi riuniti al capezzale della bellissima basilica, con tanto di Bruno Vespa a moderare, giusto per dare il senso della portata dell'evento. Eppure nessuno inizialmente sembrava essersi accorto della novità e tutti si erano concentrati su provvedimenti più tecnici, come ad esempio il sistema - progettato da Diego Semenzato e Daniele Rinaldo e costato due milioni di euro - destinato a salvare l'area antistante alla basilica dall'acqua alta che staziona mediamente 900 euro l'anno danneggiando il nartece della basilica. «Lo scorso 29 ottobre ha detto nel corso del convegno il sindaco Luigi Brugnaro - ero proprio qui, in piazza San Marco, mentre l'acqua cresceva fino a toccare i 156 centimetri sopra il livello medio del mare. Mi è stato detto che la Basilica è invecchiata di oltre 50 anni nell'arco di una sola notte. Penso che non possiamo più permetterci di perdere ulteriore tempo».
Ma anche la folla produce danni alle strutture di un'opera fragile al centro di una città fragile. Non solo: il serpentone di gente che ogni giorno fa la fila per entrare occupa gran parte della bellissima piazza finendo a volte per spezzarla in due, con un effetto decisamente spiacevole. E anche a questo dovrebbe servire il biglietto elettronico.
Ma in realtà quello di cui si dibatte non è il principio di far pagare per avere accesso a un luogo sacro (il biglietto costerebbe comunque pochi euro) ma il destino che sembra ineluttabile per Venezia di diventare in futuo una città a numero chiuso. Attualmente il sistema dei tornelli fatti installare qualche mese fa ai varchi di accesso del centro città, del resto a Venezia facilmente controllabili, funziona a sprazzi, ma è stato sperimentato con successo in occasione dello scorso Carnevale, quando è stato consentito l'accesso in piazza San Marco soltanto a 23mila persone, tenendo fuori le altre.
Ma il comune lagunare ha nel cassetto una proposta di delibera per consentire - a partire dal 2022 - l'accesso a quella che alcuni considerano la più bella città del mondo solo a pagamento e su prenotazione: 6, 8 o 10 euro al giorno a seconda della stagione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.