Vespasiano non fa differenze...

Il desiderio di felicità è sacrosanto. Ma se io credo di essere Napoleone non è un diritto ottenere dallo Stato che mi dia la corona d'imperatore

Vespasiano non fa differenze...

Più toilette per tutti! Se fossi candidato a governatore del mondo proporrei questo ambizioso programma. Come dovrebbe essere noto, basta chiedere a qualche missionario di ritorno dall'Africa o da certe zone dell'Asia, la carenza di gabinetti con acqua corrente e fogne che evitino il contatto tra escrementi e bambini è di drammatica attualità per miliardi di persone a prescindere dal sesso e dall'età. Invece che investire risorse nell'igiene e dunque nel diritto alla vita dei bambini, si sta combattendo una battaglia di civiltà sull'etichetta da appiccicare sulle porte dei cessi. Pare sia un diritto umano fondamentale dirigere il traffico verso la tazza politicamente corretta. Bisognerebbe tornare seri, e ricordare che la diarrea, causata esattamente dalla scarsità di igiene, è nel mondo la seconda causa di morte per i bambini. Ne ammazza un milione e mezzo l'anno. Ma si preferisce disquisire di paturnie di ricchi. «Oddio, non c'è il bagno per trasgender, orrore!». Eppure scriveva un esperto inascoltato: «Il Global Fund si occupa giustamente di Tbc, malaria, Aids con enormi finanziamenti. Ma la dissenteria, tra i bambini al di sotto dei 5 anni, fa più danni di queste tre malattie messe insieme». In America c'è in corso un'aspra controversia, che anticipa quella che tra un paio d'anni arriverà tra noi. Il governo federale ha stabilito una regola generale. In scuole e università, oltre che in ogni edificio pubblico, non bastano più soltanto bagni di due tipi: per uomini e per donne. Quello è un criterio omofobo. Vanno divisi per generi, che sono molti di più. Per ora diventa obbligatorio istituire tre tipi di corsie: per maschi, femmine e poi per chi è incerto della sua identità sessuale, sempre comunque lasciando la massima libertà di espressione dei sentimenti. C'è una logica: una volta stabilito che l'identità sessuale non è quella definita dalla biologia, si deve lasciar fare alla percezione soggettiva, che è dinamica e mutevole. Se uno si sente uomo deve indirizzarsi ai bagni maschili, orinatoi compresi, pur avendo situazioni inguinali femminili.

Il fatto è che la questione delle toilette è una tecnica di coercizione educativa diretta specialmente ai bambini, onde segnalare che non esiste un percorso naturale, per cui nasci con il fiocco rosa e azzurro, e su questa base cresci consapevole che la natura ti destina a essere padre o madre, ma le cose sono molto più complicate. La modesta proposta del qui scrivente, e chissà non trovi sostenitori anche in Arci gay, è questa. Invece di moltiplicare i tipi di toilette, con spese di ristrutturazione immani, e guasti mentali notevoli, si torni al modello unico, vuoi alla turca vuoi con sedili di plastica e copri sedili igienici obbligatori, e possibilmente anche con bidet, senza discriminazioni di genere. Cessi e basta, né per uomini né per donne: cessi.

I risparmi ottenuti evitando la triplicazione o forse la quadruplicazione dei locali da bagno si devolvano per una grande opera mondiale per la dotazione di gabinetti e relative fogne nei villaggi e nelle periferie di megalopoli dove l'acqua corrente non esiste. Possibile che debba vincere sempre l'ideologia e la volontà eversiva di distruggere la tradizione, in nome del nuovo comandamento che trasforma i desideri in diritti?

Il desiderio di felicità è sacrosanto, ma se io credo di essere Napoleone non è un diritto ottenere dallo Stato che mi dia la corona d'imperatore.

E neanche un water personale.

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