Il presidente della Federal Reserve si mostra ottimista sull’inflazione e lascia intendere che non ci saranno ulteriori aumenti dei tassi l’8 agosto Parla Bernanke, e i mercati s’infiammano

Le Borse europee guadagnano oltre il 2%. Entusiasmo a Piazza Affari

da Milano

Due, tre concetti espressi davanti alla commissione bancaria degli Stati Uniti e Ben Bernanke in pochi minuti ha infiammato i mercati, di qua e di là dell’Oceano. Il presidente della Fed, successore del leggendario Alan Greenspan, era atteso con trepidazione all’audizione semestrale sulla politica monetaria, perché da lui ci si attendeva la linea d’indirizzo per il prossimo futuro. Due i principali messaggi: primo, ci sarà un calo dell’inflazione; secondo, la Fed, pur rimanendo vigile, ritiene che i tassi abbiano raggiunto il loro scopo (e la giusta misura). È ritenuta improbabile, inoltre, una recessione dell’economia americana.
Immediata la reazione delle Borse, che in Europa erano partite vigili e negli Stati Uniti (alle 16 italiane) erano ancora in fase di avvio. Nella parte restante della seduta hanno ulteriormente amplificato i progressi, mentre il dollaro scendeva ai minimi di seduta (1,2554 per un euro).
Quanto alle prospettive macroeconomiche, Bernanke ha aggiunto che la spesa per consumi sarà abbastanza forte da compensare l’aumento della propensione al risparmio e il declino del mercato immobiliare. In questa fase, ha aggiunto, i maggiori rischi per la crescita dell’economia Usa derivano dall’aumento del tasso d’inflazione, dall’instabilità dello scacchiere mediorientale e, soprattutto, dalla corsa del prezzo del petrolio. È proprio il caro greggio, secondo il numero uno della Fed, alla base dei recenti aumenti dei prezzi al consumo, ed è il fattore che ha più possibilità di innescare inattese pressioni inflazionistiche.
I mercati (azionari e dei titoli di Stato) hanno gradito in modo particolare le affermazioni sul raffreddamento dell’inflazione, derivante da un (benefico) rallentamento della crescita economica (prevista tra il 3,25 e il 3,50%). «La bassa inflazione è la cosa migliore per le Borse», ha detto il presidente della Fed, in un’audizione durata più di tre ore. D’istinto i mercati hanno scommesso che l’8 agosto non ci sarà un nuovo aumento dei tassi d’interesse e ovunque si sono amplificati gli acquisti. L’Euro Stoxx 50, l’indice di riferimento per i dodici Paesi dell’area euro, alla chiusura delle contrattazioni ha segnato un progresso del 2,7%. Sempre in chiusura i mercati americani mostravano un’ottima consistenza, con il Dow Jones in su dell’1,96%, e il Nasdaq dell’1,83%.


Anche Piazza Affari ha festeggiato con un risultato ancor più vistoso visto quanto è stato cupo l’ultimo periodo: l’indice S&P/Mib è cresciuto del 2,27%, il Mibtel il 2,18%, il Techstar del 2,14%. I volumi hanno sfiorato i 3,3 miliardi di euro. Ottima intonazione per i bancari (e non solo Bpi, salita del 9,5% per motivazioni diverse), ma anche per titoli industriali come Finmeccanica e tecnologici come Stm.

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