Caro Direttore,
ho 32 anni e da 7 vivo in Italia. Sono peruviano, di mestiere faccio il sociologo e di tanto in tanto, quando me lo chiedono, il giornalista. Il suo giornale ha dedicato di recente un ampio spazio al mio lavoro di educatore di minori e di collaboratore al progetto dintegrazione interculturale promosso dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Sono un sostenitore della cultura della libertà che significa rispetto per le regole e per gli altri. Negli ultimi tempi noto però unintolleranza in aumento da parte degli italiani nei confronti degli immigrati che rischia di penalizzare anche coloro che sono ben inseriti. Certo, limmigrazione è fatta di luci e ombre, anche se spesso sono le ombre a prevalere nellopinione pubblica (delinquenza, accattonaggio, integralismo islamico e così via). Penso che il problema vero sia limmigrazione selvaggia, che va regolamentata come ha deciso il governo Sarkozy. In Italia la situazione è diversa, limmigrazione non ha ancora toccato i punti di esasperazione delle banlieue, ma proprio per questo serve una politica preventiva che impedisca che ciò avvenga. Per fare ciò non occorre demonizzare lo straniero ma neppure avere nei suoi confronti un atteggiamento ipocritamente buonista che mira soltanto a ottenere futuri voti.
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