In occasione del workshop internazionale di architettura, in corso allAuditorium Parco della musica, il sindaco Gianni Alemanno è tornato a lanciare lallarme sul «Piano regolatore capitolino minacciato dalle sentenze del Tar». Sentenze che hanno messo in discussione alcuni strumenti del Piano, come il contributo straordinario, che prevede che il privato corrisponda al Comune di Roma parte dellintroito economico ottenuto attraverso operazioni di valorizzazione immobiliare.
«Difendiamo - ha detto Alemanno - lintento redistributivo che esiste nel Piano, che può generare un risultato economico per la collettività di almeno 5 miliardi di euro». Questo perché, gli introiti derivanti dal contributo straordinario vengono utilizzati dallamministrazione capitolina per realizzare opere pubbliche. «Questo valore redistributivo - ha aggiunto il sindaco - oggi è attaccato da sentenze del Tar che rimettono in discussione il Contributo straordinario».
Per il sindaco si tratta di un attacco «che si somma alla pronuncia della Corte europea dei diritti delluomo e alle sentenze della Corte costituzionale secondo cui lesproprio per pubblica utilità non può avvenire dietro pagamento di indennità che si discostano sensibilmente dal valore venale dei beni. Ciò ha reso molto onerosa lattività di esproprio con gravi ricadute sulledilizia popolare. «Se le aule dei tribunali non fermeranno questa deriva di carattere privatistico che sta indebolendo la capacità dellamministrazione comunale di difendere il bene comune nel processo edificatorio - ha concluso Alemanno - sarà necessario portare la questione nelle aule parlamentari».
Il sindaco ha anche fatto presente che, al di là della questione delle recenti sentenze del Tar, «rispetto al Piano regolatore approvato dalla precedente giunta, il nostro atteggiamento è duplice: attuazione e revisione». Quindi, «difendiamo laspetto redistributivo del Piano», messo in discussione dalle sentenze del Tar. Ma al tempo stesso, il Campidoglio si riserva la possibilità di revisionare il Piano. Ad esempio, sugli «ambiti di valorizzazione che non hanno una destinazione funzionale precisa».
Tra laltro fra pochi giorni è previsto un nuovo intervento dei giudici amministrativi.
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