PRIMARIE, UN FLOP DA DEPRESSIONE

Lo spettacolo è finito. Male. Mentre scorrono i titoli di coda delle prime primarie nella storia della sinistra genovese il rombo dei titoli non riesce a sfondare i timpani dei genovesi. Risultato scontato. L'incoronazione già avvenuta fuori dalle urne che hanno ospitato la sezione ligure del grande fratello. Marta Vincenzi si è confermata la vincente. Come al solito, anche quando il sipario è già calato, la macchina propagandistica continua, imperterrita, a martellare. Come se niente fosse; come se non ci fosse nessun flop. E così l'affluenza alle urne, stimata intorno ai 35.000 voti, viene spacciata come un trionfo della democrazia partecipativa. Il vero dato è che la stragrande maggioranza dei genovesi ha disertato le primarie. Ecco la verità. Ecco perché la sinistra ha subito camuffato questo flop in un impeto di altruismo civico dei genovesi, che avrebbero smentito il loro genetico istinto all'isolamento. Aria fritta. Anzi, parole fritte. Basta fare due conti da prima elementare. Non è difficile ipotizzare una stima degli aventi diritto al voto alle elezioni amministrative di Genova. I residenti sono circa 600.000.

Tra loro gli elettori potranno essere, a grandi linee, 500.000. Se hanno votato in 35.000 alle primarie, 35.000 votanti su 500.000 sono il 7% degli aventi diritto al voto. Esageriamo: il 10%. Ma per quanto si esageri, resta un risultato striminzito pensando (...)

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