Primarie sì, ma solo tra gli eletti

Gianni Baget Bozzo

Le primarie della sinistra ci hanno mostrato cosa sono le primarie nel nostro Paese. Mentre quelle americane hanno come protagonista la scelta individuale dichiarata dei singoli che si dichiarano in sede istituzionale dell’uno o dell’altro partito, figure anch’esse pubbliche e strutturate secondo le regole di diritto, in Italia sono soprattutto opera di organizzazioni di partito. Le primarie della sinistra si misurano sui partiti in quanto tali, in quanto nuclei politici saldamente organizzati e ideologicamente costituiti. Il ruolo del candidato premier è minore, perché egli è soltanto il punto di convergenza della scelta dei partiti: più che un leader, è un minimo comune denominatore. I Ds e la Margherita hanno deciso di esprimere in Prodi il loro punto di convergenza a priori, senza alcuna determinazione programmatica né politica del candidato o della loro stessa convergenza. L’elettorato di sinistra contiene in sé un forte ruolo di determinazione politica, le ideologie della sinistra sono rimaste intatte e quindi ciò che gioca è la militanza. Ciò vale tanto da permettere la convivenza di piattaforme culturalmente distinte in una unica scelta fondata appunto sulla decisione dei singoli partiti.
L’elettorato del centrodestra rappresenta una condizione opposta: si tratta di un elettorato che partecipa al voto ma molto meno alla militanza. E la chiave della vittoria del centrodestra sta soprattutto nel mobilitare quella massa di incerti che costituisce la base dell’alta percentuale delle astensioni. Ci vuole tanto per motivare questo elettorato al voto ed è pertanto pressoché impossibile spingerlo a votare alle primarie. Il politicamente indifferente è oggi un elemento determinante della politica italiana ed è stata la capacità della Casa delle libertà a motivare questo voto. Mentre vi è una omogeneità tra l’elettorato e la militanza della sinistra, vi è molto meno affinità tra la militanza e l’elettorato del centrodestra. Berlusconi ha avuto fino ad ora la capacità di esprimere un orientamento politico indipendente dalla visione dei singoli partiti che compongono la coalizione e quindi ha avuto la forza di costituire sulla sua persona l’identità dell’elettore sconosciuto e dei partiti storici che compongono la coalizione.
Possono avvenire le primarie del centrodestra nel medesimo modo in cui possono avvenire le primarie del centrosinistra, vista la differenza tra elettorato e militanza, che è la caratteristica dell’elettorato di centrodestra? Si è creata una unità politica tra i partiti del centrodestra da permettere alla coalizione di esistere senza il potere di coalizione di Silvio Berlusconi? Si noti che Casini e Fini non hanno espresso posizioni politicamente significative se non sui temi attinenti alle differenze tra cattolici e laici: dal referendum sulla procreazione assistita sino alla proposta dei pacs. Queste posizioni hanno senso all’interno di una coalizione che Berlusconi ha tenuto al di fuori di queste problematiche, assicurando così una convivenza diversa tra cattolici e laici. La forza di Casini e di Fini sta nell’esprimere posizione di partito e proprio questo diminuisce la possibilità di coazione che è essenziale per l’unità del centrodestra nella prossima legislatura, sia nel caso di vittoria che nel caso di sconfitta. Sembra ormai evidente che le primarie non possono consistere nella deposizione di Berlusconi e la sostituzione di un candidato diverso. Possono essere semplicemente il passaggio dalla forma presidenziale a una forma di coalizione più vivibile; possono dare l’occasione a Casini e a Fini di emergere politicamente, ma non altro. Per questo è ancora aperta la domanda se, come sostiene Follini, le primarie del centrodestra debbano dare un primato ai partiti e non all’elettorato, come è accaduto a quelle di centrosinistra.
L’esposizione di piattaforme diverse e non alternative andrebbe meglio di fronte a una assemblea degli eletti piuttosto che a un campione di elettori che non ha valore politico né elettorale. La differenza tra elettorato e militanza è, nel centrodestra, troppo irrilevante perché non si comprenda che le primarie del centrodestra non possano essere eguali a quelle della sinistra.


bagetbozzo@ragionpolitica.it

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