da Palermo
Risate, urla, insulti, forse anche minacce. Gli alunni che si trasformano in branco, circondano una professoressa. E le mura di una classe diventano un vero e proprio set dove vanno in scena i bulli. Accade a Palermo, dove uninsegnante di educazione fisica della scuola media «Giulio Bonfiglio», in via Imera, nel quartiere Zisa, uno dei più degradati del capoluogo siciliano, è stata aggredita da cinque studenti di terza media.
La professoressa, trentenne, è andata al pronto soccorso e si è fatta medicare. L'insegnante, secondo lindagine effettuata dalla polizia di Stato, sarebbe stata circondata in classe durante la lezione. La donna sarebbe stata prima schernita e successivamente un alunno di 13 anni, già identificato, lha fatta cadere spostando la sedia della cattedra mentre stava per sedersi. Nel momento in cui infuria la polemica sulle nuove norme del governo sulla scuola e sul ritorno del sette in condotta, da Palermo arriva il paradosso: lalunno resterà impunito.
Anzi, da più parti si tende a minimizzare lepisodio spacciando un atto di bullismo per un episodio goliardico. Resterà quindi impunito il bulletto tredicenne. La professoressa ha, infatti, deciso al momento di non presentare una denuncia al commissariato e la scuola non ha previsto nel regolamento interno una sanzione disciplinare. Eppure lepisodio di bullismo non sarebbe il primo nell'istituto «Bonfiglio». Tantè che quando i poliziotti sono arrivati a scuola hanno raccolto alcune testimonianze. Tutte concordano nel denunciare un clima di anarchia fra gli studenti dove a farne le spese sono non i soli docenti ma anche il personale. Qualche giorno fa una bomba carta è stata lanciata contro l'istituto. La preside Rosi Formica, però, ha minimizzato l'accaduto parlando di scherzo e non di bullismo. «Nessuna aggressione, nessun branco. Un ragazzino, probabilmente spalleggiato da una classe molto vivace, ha tolto la sedia all'insegnante di educazione fisica e l'ha fatta cadere. Certo è un episodio brutto - ha sottolineato - uno dei tanti che accadono in questa scuola, dove ci sono allievi molto vivaci, ma parlare di violenza mi sembra esagerato». «Mi è sembrato giusto chiamare la polizia - ha aggiunto la donna che ha anni di esperienza nelle scuole dei quartieri a rischio della città - per far capire ai ragazzi che si trattava di una cosa comunque grave. Nessuno, però, denuncerà lalunno. Ho trovato un regolamento scolastico - spiega la preside che si è insediata pochi giorni fa - che non prevede punizioni. Domani, però, ne approveremo un altro che ci consentirà di sanzionare chi sbaglia». Non è la prima volta che nel capoluogo siciliano la scuola si trasforma in un vero e proprio incubo per i docenti. Il 12 dicembre del 2007 alcuni studenti distrussero con una bomba carta lauto di uninsegnante parcheggiata davanti a scuola. Un anno dopo, il 29 febbraio de 2008 due ragazzi hanno spinto un disabile a picchiare un coetaneo in un istituto professionale. Per i due il consiglio di classe dispose lespulsione per un anno da scuola. In un altro caso, invece, un alunno fu costretto a scrivere su un quaderno per cento volte «sono un deficiente». L'insegnante di lettere di una scuola media finì sotto processo.
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