Quando la Francia era sotto choc per le telefonate Prodi-Hamas

Buoni e cattivi. La Russa e Prodi. Il primo, rude ma acuto, si prodiga per le missioni di pace e per i buoni rapporti con gli Usa. Il secondo mette a repentaglio la sicurezza dell’Europa telefonando ad Hamas. Antipodi certificate da Wikileaks. Cominciamo da Romano. Che la sfangò solo perché non era ancora un rappresentante ufficiale del governo italiano. Secondo il documento, firmato dall’allora ambasciatore statunitense in Francia Craig Stapleton, «Il 21 aprile 2006 alcuni esponenti ufficiali del ministero degli esteri francese, responsabili per la cooperazione politica Ue e per il Medio Oriente, ci riferiscono di essere stati scioccati dal fatto che Prodi avesse accettato di ricevere una telefonata da un esponente di Hamas, probabilmente un terrorista». «Tuttavia - prosegue Stapleton - citando il fatto che Prodi non era ancora un rappresentante ufficiale del governo italiano al momento della telefonata, (i francesi) hanno indicato che l’azione, pur essendo condannabile, non avrebbe spinto il governo francese a protestare in ambito Ue». Gli andò bene.
Tutto il contrario del «buon» Ignazio La Russa, «vero amico degli Usa, difensore dei nostri condivisi interessi sulla sicurezza transatlantica e, rarità in Europa, forte sostenitore della missione Nato in Afghanistan». Lo scrive il numero due dell’ambasciata statunitense a Roma, Elizabeth Dibble, al segretario alla Difesa Robert Gates, in un cablogramma del 5 ottobre 2009 pubblicato da Wikileaks. Il rapporto è stilato dalla Dibble in vista dell’incontro che Gates avrà a Washington con La Russa il 13 ottobre. Un incontro giudicato «cruciale» dalla Dibble in quanto l’Italia «sta valutando tagli ai finanziamenti per le missioni all’estero».

Nel cablo il ministro della Difesa italiano è descritto come un «stratega politico il cui aspetto e le cui maniere talvolta rudi nascondono un intelletto acuto con un sottile capacità di afferrare la situazione al volo». Proprio quello che sfuggì a Romano.

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