Quell’ottavo minuto...

La sfiga vuole che ogni volta che ci riesce il colpo, abbiamo una scadenza, simile a quella del latte fresco. E dopo tre giorni ci dobbiamo già togliere dalla bocca quel sapore meraviglioso che sa di colpaccio. Dalla magia di Cassano ad un’altra magia di Cassano. E su questo tra Juventus e Bari è cambiato poco. Il problema reale è che mentre magici contro le zebre furono tutti i nostri campioni, in Puglia è stata una partita da disperati. Da chiedersi se eravamo ancora sintonizzati sul canale blucerchiato o se era una mal riuscita imitazione.
Incredibile quanto le motivazioni di battere una grande possano incidere sul carattere di una squadra. Così, avviati al rush finale di un campionato che finirà in primavera, rischiamo di non essere competitivi per quel quarto posto che quest’anno parrebbe così alla nostra portata.

Per fortuna, e cosa mi tocca dire, che all’ottavo minuto di recupero (dico ottavo, non credevo avessero messo il tempo effettivo nel calcio) ci hanno pensato i cuginastri a bloccare i nostri concorrenti. Chissà quanti in quel di Marassi, commentando il risultato a cui si stavano avviando, esclamavano: «Meglio così, gli altri se ne stanno più bassi». Grazie, cuginastri.

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