Quella badante ucraina metà angelo e metà diavolo

Furba manipolatrice avida di denari, strategica calcolatrice che non guarda in faccia a nessuno o fedele badante mossa da sentimenti disinteressati nei confronti del suo «assistito»? Breve storia dei trattori in lingua ucraina di Marina Lewycka (Mondadori, pp. 320, 17,50 euro), è un brillante e acuto romanzo fondato su una vicenda di immigrazione familiare. Quando Nikolai Mayevska - ucraino di 84 anni, emigrato in Inghilterra nel 1943 - comunica alle due figlie che a due anni dalla morte della moglie si risposerà con Valentina, un'ucraina procace e opportunista di soli 36 anni, scoppia il putiferio in famiglia. Attuale e ironico, che la dice lunga su alcuni aspetti dell’immigrazione forzata, è il racconto di una vicenda umana che si consuma tra buoni e cattivi sentimenti, ma anche tra gesti di riconciliazione e di perdono.

Una vicenda con al centro una badante che di volta in volta e a seconda dei casi assume fisionomie diverse: da angelo ristoratore a cinica profittatrice che bada soltanto a se stessa. Anche se spesso la verità non è mai una soltanto.

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