«Stavo facendo il check-out per poi andare allaeroporto racconta al Giornale quando ho sentito un baccano verso la porta di ingresso e ho visto i due attentatori entrare e sparare allimpazzata. Li ho visti con la coda dellocchio, erano vestiti di scuro e mi sembravano giovani, ma non saprei riconoscere il loro volto».
Lo staff dellhotel ha spinto litaliano verso lascensore e gli hanno urlato di scappare. Poi è corso su in camera, al 32º piano, si è barricato in bagno e non si è più mosso. «Ero terrorizzato dagli spari e dalle enorme esplosioni che sentivo da fuori. Penso che i terroristi avessero delle bombe al plastico oltre che i kalashnikov. Ne hanno fatto esplodere parecchie perché quando sono uscito stamattina lintero piano era devastato».
«Sono sempre stato in bagno a parte alcuni momenti in cui mi sono alzato a guardare dalla finestra. Per fortuna avevo anche una presa elettrica vicino per caricare la batteria del telefonino. La corrente non è stata interrotta». Con il cellulare Arnaldo ha potuto parlare con il responsabile dellEnit di Mumbai, con il consolato e soprattutto con la moglie. È stato con lei che a un certo punto è «crollato in un pianto liberatorio» dopo la tensione accumulata.
È stato liberato alle cinque di ieri mattina da agenti che hanno bussato alla sua porta.
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