Esiste a Madrid, in via Ventura Rodriguez 17, un piccolo museo non tanto famoso, il museo Cerralbo. Enrique de Aguilera y Gamboa, marchese di Cerralbo, diplomatico, archeologo, uomo di lettere, percorse l'Europa allo scopo di arricchire la sua collezione di opere darte. Trentamila pezzi almeno, tra cui quadri di Tiziano, Van Dyck, El Greco, Tintoretto, moltissime opere di scuola, massime secentesca, spagnola, italiana e fiamminga, lampadari veneziani, orologi... Nel 1922 don Enrique donò tutto allo Stato, compreso il palazzo di famiglia. Ora, non sono soltanto i pezzi «importanti» a nobilitare il museo, ma la sapiente ricostruzione di una casa nobiliare spagnola della seconda metà del XIX secolo. Anche in dettagli all'apparenza privi di rilievo.
Ecco, non ho potuto fare a meno di pensare a questo straordinario museo, come chiave di lettura dell'ultimo romanzo di Jon McGregor: Diversi modi per ricominciare (Neri Pozza, traduzione di Massimo Ortelio, pagine 374, euro 17). L'autore di Se nessuno parla di cose meravigliose (sempre Neri Pozza) ha posto al centro della sua opera il tema della ricerca delle origini, che è poi la molla da cui nasce la passione per la storia.
«Ed era questo che aveva cercato per gran parte della sua vita, tracce concrete della storia, oggetti che potevi tenere in mano sentendo il peso della memoria, del tempo trascorso. Qualcosa cui aggrapparsi dicendo: guardate, questo apparteneva a mio padre, al padre di mio padre, è un pezzetto di quel che sono stati. Un pezzetto del posto da cui provengo». Così parla David, il protagonista che, fin da bambino, vorrebbe costruire un museo tutto per sé. David è istintivamente curioso del passato; la curiosità si trasforma in ossessione dal momento in cui viene a conoscenza dell'incertezza dei suoi natali: figlio di una ragazza madre adottato da una famiglia di Coventry: un luogo dove le bombe hanno cancellato la storia, che il piccolo David cerca ora di ricostruire frugando tra le macerie.
McGregor, grande affabulatore, non cade in trappole zuccherose, mostra di conoscere bene la lezione aristotelica, ovvero le leggi della tyche e dellautòmaton, della fortuna e del caso, e gioca col calcolo delle probabilità, come un demiurgo capriccioso ma in fondo benigno.
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