Dopo i disordini, le violenze e le devastazioni che hanno contrassegnato la trasferta ferroviaria a Roma duna turba di mascalzoni indebitamente qualificati come tifosi, il questore di Napoli Antonino Puglisi è impegnato nella stesura dun rapporto al ministro dellInterno Maroni. Non dubito che si tratterà dun eccellente saggio di burocratese, i cui contenuti saranno in linea con precedenti dichiarazioni. «Quando quel treno si è mosso da Napoli - ha detto il dottor Puglisi - non cera alcun pericolo di ordine pubblico e quindi nessun motivo di impedirne la partenza». Il candore è una dote innata, forse non la più utile per chi deve vedersela con la teppaglia. Il 14 luglio 1789, presa della Bastiglia, Luigi XVI annotava sul suo diario «rien», nulla. Anche a lui pareva che non ci fosse alcun pericolo di ordine pubblico.
Non vorrei incorrere, con questa citazione, nellerrore davvicinare un grande evento del passato ai tumulti della canaille contemporanea. Ma quel «rien» appartiene alla stessa filosofia di «a da passà a nuttata».
Infatti passa, e poi sopravviene il polverone. Per cui non si capisce più chi avesse e chi non avesse il biglietto, tanto si trattava di un Intercity senza prenotazione e non di un Eurostar. Le Ferrovie avevano avvertito che quel viaggio era a rischio e in effetti una qualche inadeguata misura cautelare era stata adottata. Un commando numeroso sprovvisto di biglietto - qualche centinaio di individui - ha a un certo punto dato lassalto al treno, pretendendo di esserne padrone, e in effetti sè vista riconoscere, di fatto, la validità della conquista. Tra patteggiamenti umilianti e intimidazioni tracotanti, i passeggeri normali hanno finito per lasciare i loro posti, dove si sono trionfalmente insediati i facinorosi.
Questo era lo spettacolo, che il terreno occupato offriva allorché, con lassenso del dottor Puglisi o dei funzionari da lui dipendenti, ne è stata autorizzata la partenza. I vandalismi ad essa seguiti, attuati con belluina furia anche sui pullman messi a disposizione per il trasferimento dalla stazione Termini allo stadio, erano prevedibili. Ma secondo Puglisi non cera rien da segnalare «tranne il naturale disagio dei passeggeri».
Avvenuto lo scempio ci sono stati cinque «fermi» equamente distribuiti tra romanisti e napoletani. I processi a partire da ottobre, quello a un bagarino addirittura a marzo.
Mario Cervi
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