Federico Citarella è una «vecchia» conoscenza in materia di quartieri difficili e palazzi assediati. Infatti, come amministratore dai «poteri speciali», ha già fatto limpresa di riportare le famiglie in via Sammartini 33, preda dei viados e del racket da marciapiede.
Certo, però, non può dire che non saspettava di ritrovarsi sui giornali, dopo la trovata dei vigilantes anti-clandestini...
«Sinceramente penso che debba fare più notizia unaltra cosa: nel centro di Milano, capitale della Moda e degna dellExpo, di fronte allimporsi dellillegalità assistiamo alla dissolvenza delle istituzioni e, spesso non per colpa loro, delle forze dellordine. Noi facciamo quello che possiamo: in via Sammartini con le telecamere, in Porta Vittoria con servizio di guardiania, diciamo, moderno».
Bene, ma controllare i documenti agli stranieri è legale?
«I nostri addetti alla sicurezza non controllano i documenti, la legge non permette loro di farlo. Più pragmaticamente, verificano se i nominativi dei signori che frequentavano lo stabile corrispondessero o meno alla lista degli inquilini regolari fornita dalla proprietà. Tutto qui. Son bastati cinque giorni per beccare 500 clandestini».
Appunto. Possibile che lì dentro si affittava a 600 euro stanze da 20 metri quadrati?
«Come amministrazione siamo subentrati ai primi di aprile. Stiamo ancora raccogliendo, tramite una vera e propria attività dintelligence, tutti gli elementi utili a ricostruire la vicenda di Santa Maria del Suffragio 3. E di ciò faremo partecipe la magistratura. Per il resto, lallontanamento dei senza diritto è preliminare ad altro».
Sarebbe a dire?
«Ci sono punti in cui limmobile cade a pezzi, anzi è già successo. Ora bisognerà mettere mano al portafogli per la sicurezza di tutti. Ma, per favore, non dite che abbiamo fatto pulizia etnica.
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