Qui pro quo spassosi e divertissement nell’enigma dei gemelli

Giuseppe Pambieri regista e protagonista di un adattamento spiritoso e spregiudicato de «La commedia degli equivoci», opera poco frequentata del Bardo

La storia del teatro, come si sa, abbonda di agnizioni all’ultimo istante, di feroci sconfessioni ad apertura di sipario e di spaventosi abbagli che generano pirotecnici caos a volte sfocianti addirittura nel delitto. Ma nulla è più gradito alle platee come agli autori degli scambi di persona, tanto che si può sicuramente rintracciare l’origine stessa del comico negli incantevoli qui pro quo delle false identità, con tutte le piacevoli e spiacevoli conseguenze del caso quando sul palco due gemelli, separati da un infausto destino e ricongiunti solo alla chiusa pacificante, si vedono costretti ad affrontare l’uno le situazioni che spettano all’altro. Dai Menecmi di Plauto fino ai famosi Gemelli goldoniani, per non parlare di tutti gli Anfitrioni che si sono succeduti nel tempo contagiando persino George Sand che ne compose uno su istigazione di Chopin, il palcoscenico europeo rigurgita di questo antico impagabile evergreen.
Cui non si sottrasse in età giovanile nemmeno Shakespeare quando congegnò la sua brillante variazione sul tema giustamente denominata Commedia degli equivoci, chissà perché assai poco frequentata da noi. Ed ora spiritosamente rivalutata da Beppe Pambieri che fa faville, oltre che come interprete della coppia gemellare nativa di Siracusa e sbarcata ad Efeso, come regista di un adattamento intelligente e spregiudicato. Che gioca le sue carte migliori, sulla scena semivuota e seminuda qua e là squassata da un asserrato assolo di pannelli, su uno squisito e paradossale onirismo. Caratterizzando entrambi i contendenti con sopraffina protervia non esente da soprassalti farseschi all’ennesima potenza e imponendo persino alle damine del ludo amoroso, la nera Adriana della dotatissima Micol che per amore rischia di somigliare a Lady Macbeth e la bianca Luciana dell’evanescente Vera Castagna, la dialettica implacabile degli opposti.

Sotto luci saettanti di un nitore abbacinante, la contesa cortigiana si sposa dunque nei coloratissimi e pomposi costumi di Lia Tanzi a un raffinatissimo divertissement che sa di Marivaux.

LA COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI - di Shakespeare Regia e interpretazione di Giuseppe Pambieri. Milano, Teatro di via Manzoni, fino al 3 giugno.

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