Avete fatto bene a chiamare me per parlare di Mike Bongiorno a Vite Straordinarie. Guardate... questo è il santino che io porto (foto di Mike vestito da barbone)... c'è una dedica a me: «A Fiore, il mio socio in povertà».
Io conosco Mike forse meglio di sua moglie, perché ho vissuto con lui gli ultimi sette anni a stretto contatto. Come è nata 'sta coppia? È nata che io in radio facevo la parodia di Genius, un suo famosissimo programma dove lo facevo cattivissimo coi bambini e a un certo punto la nota azienda telefonica mi chiama per dire: «Senti ma perché non facciamo uno spot con Mike vero?»... La prima cosa che Mike disse fu: «Ma ho preso il posto del cane?», perché prima di Mike io facevo gli spot con uno splendido border collie.
Quindi ho scoperto un Mike contrario a quello che diceva Eco nella Fenomenologia, cioè che non era dotato di senso dell'umorismo. Invece no, caro Eco... ma Mike ne ha da vendere di senso dell'umorismo, Mike è uno che si diverte sempre perché lui ride sotto, ride dentro. Quella dei barboni ad esempio, fu meravigliosa. Ad un certo punto stavamo girando, lo spot non era ancora andato in onda quindi la gente non sapeva di questa nostra trovata qui da clochard, Mike si divertiva e durante le pause degli spot se ne andava in giro vestito da barbone col cartello qui davanti: «Ho fame, datemi da mangiare», addirittura è entrato in un ristorante col sigaro acceso «avete posto?». C'era il gestore del ristorante con gli occhi sgranati e ha detto: «Ma quello è Mike Bongiorno, poverino, è caduto in disgrazia», e lui rideva «hai visto come mi ha guardato?» e rideva, rideva...
Devo dire che Mike è un magnone... Gli vidi mangiare una mozzarella: quando la portarono a tavola io pensai che fosse per tutto il tavolo, invece no «Cosa fate, questa è mia!». Lui se la mangiò tutta.
Cosa si potrebbe scrivere alla voce Mike Bongiorno, in un'enciclopedia? Ora sarò banale, ma Mike Bongiorno è televisione, cioè è stato il primo e poi lui è come Highlander, ne resterà uno solo... «E quello non sarai tu!» mi disse una volta durante uno spot che poi tenemmo buono come battuta della pubblicità.
Mike è la televisione... tutti noi conosciamo la sua storia: dalla Resistenza, è stato in carcere, ha rischiato la fucilazione e quindi lui è ancora uno che dà valore a tutto, che ti posso dire... a non spendere molto, che non deve essere scambiato per tirchieria... No! Mike invece ha rispetto. Per dire: se in un ristorante paga molto, non è che dice «tanto io faccio la tv, c'ho un sacco di soldi, chi se ne frega». No, dice: «Non abbiamo bevuto neanche il vino!». Questo è successo in un ristorante, tra l'altro mandato da me. Lui mi disse «dove posso andare a mangiare il pesce a Roma?» e io gli ho indicato un ristorante famoso di Roma dove fanno il pesce veramente buono ma è un po' caro. Lui andò con la Daniela, la mattina dopo ci ritrovammo sul set e mi fa: «Ma dove mi hai mandato?» e io dissi; «Perché Mike? Hai mangiato male?», «Ma nooo! Solo che abbiamo pagato...» e il prezzo lo disse talmente bene con la mascella che io lo visualizzai... Disse: «Quaattrooceento Eurooo!».
Per lui è tutto importante, se lui sta girando uno spot è importantissimo, se domani deve fare un'intervista per lui è la cosa più importante. È il vero professionista, lui non lo devi disturbare mentre lavora.
Umberto Eco diceva che Mike parlava male, che usava un basic italian. Be’, per me parla benissimo. Lui è americano, ogni tanto confonde qualche congiuntivo, qualche participio, ma per me è meglio così, è più vicino alla gente.. Eco si divertiva con Mike a stuzzicarlo, ma lui ce l'ha ancora con Eco, lui non perdona. Diciamo che Mike è uno che perdona ma non dimentica.
Delle volte, ci capita durante le pause, lo guardo e gli dico: «Mike, ma lo sai che ti voglio bene?», lui invece non mi guarda, si gira dall'altra parte e mi dice: «Anch'io», perché ha un po' di pudore per queste cose.
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