Radioattività troppo alta: i tecnici vanno nel panico

Aveva terrorizzato anche l’Occidente con un urlo degno di Chen. Ma adesso il vicepresidente della Tepco, la società giapponese che gestisce l’impianto nucleare di Fukushima corregge il tiro e si scusa pubblicamente. Perchè in mattinata aveva parlato di una radioattività, nell’acqua del reattore numero 2, dieci milioni di volte superiore al normale e non era vero. Sakae Muto ha spiegato che le radiazioni sono invece 100mila volte più alte del solito. E non si capisce bene se la cosa dovrebbe spaventarci o tranquillizzarci: «Mi dispiace molto, prometto che non avverrà mai più un errore di questo tipo», ha assicurato Muto.
L’allarme a Fukushima rimane tuttavia alto: i tecnici che lavoravano nel reattore sono stati evacati mentre tentavano di localizzare l’origine della perdita d’acqua radioattiva. E Yukiya Amano, direttore generale dell’Aiea (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), ha riconosciuto che la crisi nucleare in Giappone è «ancora ben lontana dall’esser risolta». L’ispettore dell’agenzia Onu ha avvertito che la situazione di allerta potrebbe prolungarsi per settimane, se non mesi e ha ammesso di non sapere se i reattori siano coperti con acqua sufficiente per raffreddarsi: l’acqua del mare prospiciente la costa dove si trova la centrale nucleare ha un livello di radioattività da iodio 1850 volte superiore al limite legale (i campioni prelevati sabato mostravano livelli di 1.250). E secondo l’agenzia, questa concentrazione potrebbe essere la prova di una fuoriuscita continua di materiale radioattivo. Si sta lavorando per cercare di individuare la falla, sebbene la radiazione nell’aria si sia ridotta da sabato in gran parte delle località vicine.
In compenso i livelli di radiazione riscontrati nell’aria del centro di Tokyo hanno registrato un ulteriore miglioramento, mentre l’acqua della città è rimasta entro i limiti ammissibili per i neonati. Secondo i dati diffusi sul sito web dal governo metropolitano di Tokyo, le radiazioni riscontrate nel centro della capitale erano di 0,115 microsievert/ora, meno di quota 0,120 di sabato, ma oltre lo 0,035 ritenuta come la quantità cui una persona sarebbe normalmente esposta a causa della radiazione del fondo naturale. Quanto all’acqua, un campione dell’impianto di purificazione di Kanamachi ha fatto emergere che lo iodio radioattivo è sceso sabato a 34 becquerel/kg, contro quota 51 di venerdì.
Intanto circa 300 persone, in prevalenza mamme con bimbi, hanno protestato a Tokyo contro la centrale nucleare di Hamaoka, nella prefettura di Shizuoka. La manifestazione ha puntato dritto verso un altro impianto ritenuto «ad altissimo rischio», distante solo 200 km a sud di Tokyo e a 120 dalla popolosissima Nagoya. «La priorità è ora risolvere l’emergenza di Fukushima, poi si dovrà fare una revisione ad ampio raggio sul nucleare» spiegano fonti del governo nipponico.


L’ultimo bilancio delle vittime del sisma e dello tsunami che hanno travolto il Giapone nord orientale lo scorso 11 marzo è stato aggiornato a 10.804 morti accertati e 16.244 dispersi denunciati Oltre 240mila persone sono ospitate nei 1900 centri di emergenza che sono stati allestiti.

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