La Regione combatte le liste d’attesa. Sul Web

La Regione combatte le liste d’attesa. Sul Web

Un crescendo di toni preoccupati, che l’eliminazione delle liste d’attesa non è «un mero adempimento formale» ma un diritto all’«equo accesso ai servizi sanitari» che va garantito a tutti, poi un annuncio via l’altro di massima severità, che adesso non si scherza più e ne andrà del posto stesso dei direttori sanitari che non riusciranno a contenere i tempi di visite e prestazioni. E poi eccola, l’arma che la Regione ha individuato per vincere siffatta battaglia: fare un sito Internet.
Ebbene sì, scrive l’assessore alla Sanità Claudio Montaldo che il Cup quello al telefono è evidente che non basta più, ergo bisogna attivare un «Cup Web» per la prenotazione direttamente on line, che «consentirebbe una responsabilizzazione del medico prescrittore rispetto alle indicazioni di visite/prestazioni decise, nonché un migliore livello di servizio all’utenza». Non è tutto, ovvio. C’è anche da ridurre «la domanda inappropriata», perché, scrive sempre Montaldo, in sanità, si sa, la maggiore offerta aumenta la domanda, come dal panettiere insomma, e allora bisognerà contenere la voglia dei cittadini di farsi visitare e quella dei medici di mandarli a farsi visitare, appunto. E poi, naturale, c’è il lavoro di riorganizzazione-razionalizzazione-efficientazione che dovranno fare le aziende sanitarie. Ecco, la Regione non glielo svelerà, ai dirigenti, qual è il segreto per stare nei tempi, che dicano loro come pensano di fare a far funzionare tutte le macchine a pieno ritmo. Nel frattempo, però, sappiano che il costo del personale non si può aumentare, lo dice la Finanziaria, che incentivi economici agli specialisti che prolunghino il proprio orario di lavoro non se ne possono dare, perché alla lunga è controproducente sia sul piano economico sia su quello del risultato, e che chi va in pensione non verrà sostituito se non al 65 per cento, sono 1061 i dipendenti che ci andranno nei prossimi mesi. Quindi? Niente, dice l’assessore che qui «serve un cambiamento culturale».


A sentire le sue parole in commissione, ieri ha fatto un balzo sulla sedia una strana alleanza: Nicola Abbundo dell’Udc, Matteo Rosso di Forza Italia e Marco Nesci di Rifondazione: «Scusi assessore, ma forse serve una deroga alle assunzioni, perché come si fa a ridurre sia il personale sia le liste d’attesa?».

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