Il regista rosso fa nero Prodi

È chiamato, e a ragione, maestro. E del resto al regista Ettore Scola (autore di capolavori come Ci eravamo tanto amati e La terrazza), oltre a un posto nel firmamento del cinema nazionale, non manca certo il piglio di chi dispensa lezioni. Anche agli amici. Ne sa qualcosa il povero Romano Prodi, preso a randellate insieme a tutto il centrosinistra italiano da quello che forse è il cineasta di fede progressista più autorevole (ha fatto parte nell’89 del governo ombra del Pci con delega ai Beni Culturali ed ha firmato anche il documentario L’addio a Enrico Berlinguer).

Presentando ieri a Bari la seconda edizione del «Bari international film festival», del quale sarà presidente, Scola, dopo essersi sperticato in elogi per il padrone di casa Nichi Vendola, ha denunciato il «progressivo impoverimento della cultura: questa parola non esce mai dalla bocca di nessun politico. Berlinguer è stato l’ultimo a pronunciarla, non lo ha fatto neanche Prodi. Ma la politica senza cultura è esercizio di potere e basta».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica