Dà la sua benedizione, ma si fa da parte. Mario Monti (nella foto), intervistato dal Tg1, parla di riforme istituzionali. Come snodo cruciale anche per migliorare limmagine dellItalia agli occhi degli investitori internazionali. «Il cantiere delle riforme, legge elettorale, finanziamento dei partiti e riforme costituzionali, sono tutte cose cruciali per consentire agli italiani e al mondo di capire come sarà il sistema Italia del dopo primavera 2013. Prima il mondo politico riuscirà in questo travaglio e più tranquilli saranno gli investitori e più attiva sarà leconomia italiana. Allora il governo tecnico sarà stata una utile parentesi». Insomma lui di restare a Palazzo Chigi non ne vuol sapere: «Spero che nel 2013 non succederà niente e che lItalia sia in condizioni migliori di comera nel novembre del 2011. Con conti più solidi e con un avvio di un percorso di crescita che richiederà tempo». Poi il premier ribadisce la linea del rigore.
«La crescita poggerebbe su sabbie mobili se non poggiasse sul rigore. E solo la crescita può creare più occupazione». E non vede proprio dietro langolo gli eurobond. «Nessuno vuole andare verso misure che siano un pugno nellocchio di altri». Come la Germania di Angela Merkel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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