Avanzano le ricerche in tutto il mondo per prevenire il tumore al polmone, una delle forme neoplastiche più insidiose. In Europa e nel Nord America è per luomo la prima causa di morte neoplastica, rappresenta il 21 per cento di tutti i casi di tumore ed è responsabile del 29 per cento dei decessi. Questo grande killer colpisce soprattutto gli uomini tra i 55 e i 70 anni ed è diagnosticato solo in fase avanzata. Proprio per questa ragione aumentano le ricerche per individuare con lago anticipo i primi segnali della presenza di cellule neoplastiche. Negli Stati Uniti un gruppo di ricercatori ha messo a punto un esame che forse sarà di grande utilità.
È il primo kit, più piccolo di una moneta di un euro ma il suo intervento potrà essere preziosissimo se i primi risultati saranno confermati. Tramite un sensore chimico si manifestano su una striscia 36 puntini colorati, se si è malati di cancro al polmone. Un risultato che si ottiene in tre casi su quattro, anche ai primi stadi della malattia, dalla semplice «impronta digitale» del nostro respiro, come spiega uno studio pubblicato sulla rivista Thorax.
Da molto tempo i ricercatori sono a conoscenza del fatto che nelle persone con il cancro al polmone cambia la composizione chimica del respiro, per via dei cambiamenti metabolici che intervengono nelle cellule tumorali, che modificano la produzione dei composti volatili organici che poi espiriamo. Ma le uniche macchine in grado di tracciare questa «impronta digitale del nostro fiato» finora erano la spettroscopia di massa e la cromotografia del respiro, molto costose e difficili da usare. Questo test, invece, è facile da usare e poco costoso. I ricercatori hanno usato dei sensori colorati per esaminare il respiro di 122 persone con diversi tipi di malattie respiratorie, di cui 49 con una piccola quantità di cellule cancerose al polmone, a vari stadi di sviluppo, e 21 invece in salute. Il risultato ottenuto è stato giudicato abbastanza accurato, visto che ha permesso di individuare la presenza del tumore in tre casi su quattro grazie al cambiamento del colore dei sensori, indipendentemente da età, sesso o stadio della malattia.
Lequipe di Steven Belinsky, direttore di Lung cancer program al Lovelace respiratory Research Institute di Albuquerque, tra i primi hanno già messo a punto un sistema che consente di identificare le cellule cancerose già un anno e mezzo prima che si manifesti il tumore. Questa indagine che avviene attraverso lesame di un campione di espettorato di origine polmonare, ha dimostrato di poter individuare in due pazienti su tre il formarsi della neoplasia. La scoperta di nuovi geni correlati con il tumore potrebbe rappresentare unarma importante ed efficace.
Le cellule tumorali nel polmone portano a quattro diversi tipi di formazione neoplastiche: il carcinoma squamoso o epidermide, ladenocarcinoma e il carcinoma a grandi cellule che rappresenta più dell80 per cento delle forme tumorali. La quarta tipologia è rappresentata dal tumore a piccole cellule o microcitoma che rappresenta il 15-20 per cento della totalità.
Quando la diagnosi non è tempestiva la sopravvivenza a cinque anni è inferiore all1 per cento dei pazienti. Il tumore al polmone colpisce soprattutto i fumatori e in genere si manifesta in un grande fumatore su otto.
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