Revival Quant’è bello quel «fantasma» di Walter Chiari

Milano Il direttore (Cesare Bettarini) licenzia il redattore (Walter Chiari). Sua moglie (Medy Saint-Martin), sul punto di lanciare una casa di moda, accetta la corte del direttore e così fa riassumere il marito. Per avere campo libero, il direttore invia Chiari nella Palestina in fermento (siamo nel 1949). Qui il medesimo annega nel Giordano mentre lei, col direttore, va... in piscina, allusione a più singolar tenzone; complice una fattucchiera, il marito le riapparirà come fantasma... E appunto Quel fantasma di mio marito s’intitola il film diretto da Camillo Mastrocinque. Girato sessant’anni fa, uscito nel 1950, Quel fantasma di mio marito è attribuito per la sceneggiatura a Mastrocinque e a Gino De Sanctis, autore anche del soggetto, cui però avrebbe contribuito, non accreditato, Antonio Pietrangeli. Come che sia, oltre a precorrere Ghost di Jerry Zucker di quarant'anni, il film ha l’impronta del cinema di Ernst Lubitsch: complicità con l’adultera; dramma della morte risolto in commedia col fantasma; finale che capovolge ciò che s’era visto fino a cinque minuti prima, col marito che in Palestina risorge senza nemmeno che sia Pasqua, e lei che l’accoglie all’aeroporto. Accanto al direttore, ovviamente.
Sabato ci sarà l'occasione per rivedere questo film che circolò poco nelle sale e poi rimase inedito in home video. Restaurato dalla Cineteca Italiana di Milano e dalla Briguglio Film presso l’Immagine Ritrovata di Bologna, il film sarà proiettato al Festival di Locarno (il relativo dvd uscirà per Medusa in autunno). In Quel fantasma di mio marito Chiari, doppiato, è ancora lontano dalla bravura che dimostrerà un anno dopo in Bellissima di Visconti. Invece Medy Saint-Martin è una credibile stilista, concupita dalla viriloide segretaria e pronta a compromessi, se occorrono. Dettaglio: la stilista ha le ascelle depilate in un’epoca nelle quale la cura di sé non era indice di virtù... Insomma Quel fantasma di mio marito precorre i comportamenti di oggi, ma conserva il senso dell'élite di allora: lei non è una da Grande fratello, è una Chanel all’italiana. Film d’epoca su una realtà di sempre, dunque.


Nota professionale: in Quel fantasma di mio marito, segretario di edizione è Mariano Laurenti, autore di tante commedie erotiche italiane anni Settanta. Nota politica: il proprietario ebreo (Carlo Rizzo) dell’albergo dove alloggia Chiari in Palestina dice: «Sono amico degli arabi». E dà un calcio al facchino. Arabo.

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