La rinascita Inter? Cose turche

La rinascita Inter? Cose turche

La rinascita dell’Inter parte dalla finanza con l’ingresso, sempre più plausibile, di un fondo turco che ha in portafoglio una società particolarmente interessata allo sport come fattore di comunicazione. Nel mirino la sponsorizzazione dell’Olimpiade 2020 che vede Istanbul fra le grandi favorite dopo la rinuncia di Roma. Ma c’è dell’altro in attesa della decisione del Cio, prevista a settembre 2013. Vale a dire una serie d’interventi intermedi fra i quali una forte presenza nell’Inter come main sponsor se non addirittura come azionista di minoranza. Quanto servirebbe per posizionare il brand a livello europeo. A occuparsi della questione è Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli nonché vicepresidente di Mediobanca e consigliere d’amministrazione dell’Inter. A questo riguardo si parla di contatti con la “8holding”, un network internazionale di serissima e consolidata esperienza che ha sede a Lugano. Potrebbe spettare infatti ai vertici della holding, presente in svariati settori imprenditoriali e in numerosi Paesi, la verifica del business e la sua congruità in relazione agli scopi del fondo turco, che ha anche forti interessi in Azerbaijan dove ha presentato un progetto per lo stadio olimpico di Baku.
Tronchetti Provera si pone due scopi: innanzi tutto trovare un’alternativa alla sponsorizzazione della Pirelli sulle maglie della squadra nerazzurra e concentrare sulla F1 l’attività di marketing; in secondo luogo assicurare all’Inter un partner in grado di supportare un bilancio che si mantiene in profondo rosso nonostante le criticate cessioni di alcuni fra i migliori giocatori come Eto’, Balotelli e Thiago Motta. Negli ultimi tre esercizi la perdita è stata di oltre 310 milioni. Ma di questo i tifosi, abituati fin troppo bene a scudetti e coppe in serie, si dimenticano facilmente. E il fair play finanziario dell’Uefa, tanto sbandierato, fa davvero paura. Per rientrarvi Moratti dovrà dimostrare una netta inversione di tendenza sui conti e far risalire la gran parte del disavanzo agli ingaggi firmati in data anteriore al primo giugno 2010. Di qui l’importanza di associare una cura dimagrante sui costi fissi (stipendi e cartellini) all’ingresso di denaro fresco proveniente da fonti esterne alla società.
In caso di main sponsorship Tronchetti Provera si propone l’ambizioso traguardo (per lui non sarebbe una novità) di ottenere un contratto quadriennale fra i 100 e i 120 milioni. Diverso sarebbe il discorso se il fondo in questione, supportato da «8holding» a livello consulenziale, entrasse fra i soci con capitali importanti. È quanto si augurano Moratti e Tronchetti Provera che sono fortemente interessati sul piano extrasportivo anche alle altre attività di «8holding», in particolare nel campo energetico e in quello dell’impiantistica sportiva.
Per capire qualcosa di più sul network svizzero è interessante riportare un paio di frasi che compaiono nel biglietto da visita: «La nostra rete è il nostro prodotto, e il capitale intellettuale è la nostra risorsa principale», «Non abbiamo clienti, ma partner». Nel board è massiccia la presenza di management italiano, e questo fattore potrebbe aumentare il successo dell’iniziativa. Nel core-business non solo olio, gas e minerali, ma anche biotecnologia, agricoltura e alimentazione, servizi finanziari, lusso e fashion, media e comunicazione, trasporti, infrastrutture anche sportive, utilities.

La società è presente in 18 Paesi fra cui Azerbajian, Brasile, Italia, Turchia, Regno Unito e Sudafrica. Al momento i suoi emissari guardano con interesse al recupero dell’area industriale di Marghera e al passante energetico.

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