Gli hotel sono zeppi e per trovar posto in un ristorante di questi tempi ti devi raccomandare. Però, si dice, il denaro non gira. È vero, ormai si spende sempre meno in auto e ristrutturazioni, termometro delleconomia del Paese. Litaliano, ai tempi della crisi mondiale senza certezze, torna a mettere i soldi sotto il materasso. Come una volta, quando si era tutti poveri. E questo sta diventando un problema. Se ne è discusso ieri a Cortina, in uno degli affollati forum allAudiPalace.
Antonio Vigni, direttore generale del Monte dei Paschi di Siena manda un messaggio agli italiani, terrorizzati risparmiatori: «In questo momento sconsiglio vivamente di avventurarsi in operazioni finanziarie». Siamo a crescita zero, i capisaldi crollano come le certezze, ma le banche italiane sono sempre in prima linea quanto a rapporto con la clientela. «Che - continua Vigni - deve avere fiducia in noi che, nonostante la crisi, continuiamo a finanziare le piccole imprese più che in altri paesi dEuropa. Però voglio mandare un messaggio ai giovani imprenditori che si rivolgono a noi: devono avere più coraggio nello spiegare il loro progetto futuro, se cè. Ora, con i soldi più cari, ci vogliono salde certezze, quelle che hanno avuto le grandi aziende che hanno sfondato».
Si parla sempre di una Italia ferma a tante piccole aziende a conduzione familiare, una via tutta nostra che da sei anni ha un saldo attivo quanto allexport. Almeno quello va bene: «Le esportazioni - sostiene Riccardo Bruno di Clessidra - sono la chiave di volta per la salvezza della nostra economia». Non è daccordo leditorialista Franco Debenedetti: «LEuropa è un sistema bancocentrico, se falliscono le banche fallisce lEuropa, altro che export in attivo. Inoltre, capisco le banche: fare prestiti in questo periodo è rischioso». Ribatte Alberto Tripi, presidente di Almaviva: «Già, ma se le banche non danno prestiti le aziende chiudono, penso in particolare a quelle che si occupano di servizi». Poi lancia un messaggio a Vigni: «Investite meno in cose strane e più nelle imprese».
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