Il rischio che il Terzo Valico diventi il tunnel di Prodi

Nelle passate vesti di Presidente della Commissione Europea, il Prof. Romano Prodi ha fatto del suo meglio per sostenere il passaggio di una delle più grandi infrastrutture europee del XXI° secolo nella propria nazione. Opera che, prevedendo un tunnel di 50 Km sotto il Monte Bianco, collega grazie ad un treno ad alta velocità Lione con Torino o meglio, il sud della Francia con il nord dell'Italia. Avendone rilevato la necessità e la sostenibilità ambientale, grazie anche al grande interesse mostrato dal Presidente Prodi presso gli uffici della Commissione Europea, il budget della Rete Trans Europea per i trasporti è stato oggetto di generose somme di finanziamento. Nelle attuali vesti di leader dell'opposizione, invece, il Prof. Prodi ha assunto posizioni allineate con i dimostranti che in Val Susa si stanno battendo contro la realizzazione del progetto, sulla base del fatto che il tunnel distruggerà l'ambiente e i lavori genereranno polvere radioattiva. Possiamo facilmente immaginare quale sarà il seguito di questa triste vicenda. Se il Prof. Prodi perderà le prossime elezioni, farà di tutto per boicottare questo sporco e pessimo progetto attraverso i suoi collaudati contatti con l'euroburocrazia, condividendo i contenuti di una protesta popolare, per lui, più che giustificata. Al contrario, se il Professore vincerà, il lunedì mattina successivo alle elezioni manderà i Carabinieri a dissolvere la protesta dei violenti dimostranti che stanno fermando i lavori di un eccellente progetto che lui stesso ha assicurato all'Italia e che vorrebbe tanto poter inaugurare come Primo Ministro.
L'attacco demagogico proveniente dal fronte No Tav sta incrinando le certezze delle giunte di centrosinistra. È bene che la giunta Ligure ricordi quanto è importante per la propria regione la politica del Terzo Valico ed il progetto alta velocità che collega Genova con Rotterdam (passando per Milano).

Cedere agli estremisti vorrebbe dire chiudere per sempre ogni spiraglio alle speranza del popolo ligure. Vorrebbe dire accettare per la Liguria un futuro senza industrie e senza economia.
*vice presidente
del Parlamento europeo

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