Anna Maria Greco
da Roma
Per la Casa delle libertà la parola dordine, in vista delle elezioni del 2006, è «compattezza». Ne parlano, attorno al tavolo da pranzo di Villa Certosa, il premier Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri è in vacanza in Sardegna, a Villasimius, dallinizio del mese e raggiunge il Cavaliere a Porto Rotondo, prima di rientrare a Roma.
Dire «compattezza» è facile, ma i due leader sanno bene che gli ultimi affondi degli alleati Udc sulla «discontinuità» nella maggioranza di governo e sulle tentazioni del Nuovo Centro, incrociati con gli ultimatum della Lega per il varo della riforma sulla devolution, potrebbero far saltare lalleanza. Però, Berlusconi e Fini sono ancora convinti che per vincere bisogna fare ogni sforzo per placare le polemiche e ritrovare laccordo.
«Il dovere primario della Cdl è quello di mantenere la massima unità della coalizione», dice il leader di An a Berlusconi. È anche il pensiero del premier. La colazione di lavoro serve a fare il punto della situazione sulla base degli ultimi sondaggi che, riferiscono fonti azzurre, «danno i due schieramenti testa a testa». Questo, calcolando un centrodestra allargato ad Alternativa sociale di Alessandra Mussolini, alla Dc di Gianfranco Rotondi e al Movimento autonomista di Raffaele Lombardo. «Non cè alcuna discriminazione verso questi gruppi», confermano da Villa Certosa.
I due leader, sempre secondo le indiscrezioni, hanno «la forte convinzione di poter vincere le prossime elezioni politiche del 2006» e per questo «è stata concordata la massima compattezza della coalizione», la necessaria «unità dintenti» per arrivare al voto con una piattaforma comune. Naturalmente, rimane lincognita di che cosa farà lUdc. Continuerà a sognare il terzopolismo e cercherà di far saltare lapprovazione definitiva della riforma sul federalismo, ormai alla terza lettura alla Camera, facendo esplodere la rabbia leghista? Ed eventualmente, il Carroccio romperà la Cdl, come ha minacciato lunedì il ministro della Giustizia Roberto Castelli?
Proprio per meglio contrastare eventuali scosse interne alla maggioranza Fi e An rinnovano la solidità del loro rapporto e lincontro Berlusconi-Fini viene definito «molto positivo». Maurizio Gasparri concorda: «La prima condizione per puntare alla vittoria è la coesione. Sono convinto che la Cdl debba superare equivoci e incomprensioni». Il Cavaliere raccomanda ai suoi di buttare acqua sul fuoco delle polemiche, sottolineando più i punti di contatto che le divergenze. Al tempo stesso, il messaggio che viene da Villa Certosa fa sapere agli alleati più riottosi che è tempo di dire da che parte stanno, una volta per tutte. Le elezioni sono vicine e non cè più spazio per lincertezza.
Alla colazione tra Berlusconi e Fini partecipano anche il coordinatore nazionale di Fi, Sandro Bondi, e il suo vice, Fabrizio Cicchitto, che si trovano dal giorno prima a Porto Rotondo per studiare il piano di fine legislatura e preparare la campagna elettorale di Fi, esaminando i candidati e soprattutto i collegi in cui si giocherà la vera partita del centrodestra. Il Cavaliere ha invitato per il confronto preelettorale anche il responsabile del «Motore Azzurro» Mario Mantovani, quello degli Enti locali Mario Valducci e Denis Verdini, coordinatore dei collegi. Si è iniziato a discutere lunedì sera, si è proseguito ieri e oggi si trarranno le conclusioni.
Berlusconi, spiegano fonti della maggioranza, «lancia la sfida a Romano Prodi e si prepara a rintuzzare le eventuali offensive anche in casa propria». Con un solo obiettivo: unire per tornare a vincere.