Saverio Romano il primo «ministro con riserva» della storia d’Italia.
«Sapevo che in Italia bisogna difendersi dalle sentenze e nei processi, non da una richiesta di archiviazione dopo otto anni».
Dal Colle è arrivata una richiesta inedita di chiarimenti sulla sua vicenda giudiziaria.
«Non polemizzo col Colle, dietro a quella nota si può leggere anche l’invito a concludere presto la vicenda».
Che dopo otto anni non sarebbe neanche male.
«Il gip sta facendo accertamenti legittimi».
E intanto lei è un presunto colpevole.
«Solo che non vedo come».
Il gip ha rinviato l’archiviazione dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa dopo la sentenza di condanna per Cuffaro, amico suo.
«A parte che la sentenza su chiunque non può incidere sulla mia vicenda, si tratta degli episodi già oggetto di indagini sui quali sono state archiviate le posizioni di ben 38 persone e sui quali ora il pm chiede l’archiviazione per me, scrivendo che non ha elementi di accusa».
Sospetta manine dietro alla nota di Napolitano?
«Dietro alla nota non credo, ma certo i veleni ci sono e sono... spintanei».
Non spontanei, ma spinti.
«La mia azione politica ha ribaltato le aspettative di molti che pensavano che il 14 dicembre sarebbe caduto il governo».
E dire che lei diceva di sé: «La mia carriera non ha prezzo, non cerco incarichi prestigiosi».
«Non ho sostenuto il governo per fare il ministro, allora non era nelle cose».
Ma se da allora tiene nell’armadio l’abito nuovo che ha indossato al giuramento!
«Lo indossavo già la settimana prima e poi non usa più comprare l’abito per la grande occasione».
Invece il trasformismo non passa mai di moda.
«Non si poteva far cadere il governo al buio, la nostra economia rischiava l’assalto dagli speculatori...»
...E voi avete fatto i Responsabili. Ma adesso lei fa il ministro e i suoi compagni di gruppo sono lividi con lei e livorosi fra loro.
«Alla cena del gruppo dopo la mia nomina non ho colto questo clima».
Pionati dice che non si fa rappresentare da lei, e che voi siciliani fuori dalla Sicilia siete «oggetti misteriosi poco spendibili al Nord».
«.....»
Pronto?
«Pionati l’ho fatto eleggere io la prima volta nel 2006. In Sicilia. Cuffaro capolista. Quindi non commento».
Eppure lei è uno che non le manda a dire. Di Casini disse: «Ha una collezione di cappelli di ogni foggia e per ogni stagione».
«Aveva accusato me di essere andato col cappello in mano da Berlusconi. Io non attacco mai per primo».
«Democristiano nel cuore e nella mente», disse di sé.
«Francesco Pionati è un mio amico, io gli voglio bene e non ho risentimenti».
Ora che siete la terza gamba della maggioranza...
«...Gli altri se ne sono andati, nessuno li ha cacciati dal governo. Ora è normale che vengano sostituiti pescando in maggioranza».
Intanto voi, ancora sul voto sul caso Ruby proprio nel giorno della sua nomina, avete dimostrato di poter tenere il premier sotto scacco.
«Chi dice così ha la memoria corta: D’Alema divenne premier grazie al gruppo guidato da Cossiga. Loiero e Cardinale, che ne facevano parte, divennero ministri, ma nessuno disse che D’Alema era ricattabile».
I Responsabili diventeranno partito?
«Il traguardo è il partito popolare, la barchetta del Pid è nata per quell’approdo».
Lungo viaggio: nel frattempo potreste imbarcare i cattolici in fuga dal Pd, o li lasciate a Casini?
«Nel centrodestra c’è uno spazio che gli amici del Pd hanno difficoltà a trovare dall’altra parte. La politica con la maiuscola è un percorso sempre in costruzione».
C’è uno scatto significativo della sua prima giornata sui banchi del governo, la stretta di mano a Bossi.
«Sono stato sottosegretario al Lavoro di Maroni, e mi hanno già chiamato Reguzzoni, Cota, Zaia...».
Farà il ministro del Sud?
«Siamo in tanti del Sud. Io mi propongo solo di accorciare le distanze, perché non è vero che il Nord è più forte senza il Mezzogiorno. Sarebbe un’anatra zoppa, una provincia d’Europa».
Lei è il terzo ministro dell’Agricoltura in tre anni.
«È come salire su una Ferrari in corsa. Questo è il ministero che ha fatto l’Unità d’Italia: fu di Cavour, fece le bonifiche delle risaie e la riforma agraria. Sento il peso di questa responsabilità».
Perché colleziona statuette di avvocati?
«Per affetto dei 10 anni in cui ho fatto il penalista».
Lei ha vinto, un po’ come il Palermo col Milan.
«Una grande gioia, il Palermo, anche se il Milan è la mia seconda squadra».
Bella partita.
«Il 30 maggio giocherò nella Nazionale parlamentari, per beneficenza. Ma solo 3 minuti. Al quarto non starò più in piedi».
E chi ci crede.
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