Sport

Rugby, l'Italia dei giovani per l'assalto-bis all'Australia

Dopo la pesante sconfitta di Canberra, prova d'appello a Melbourne per gli azzurri contro i leggendari Wallabies. E il coach Nick Mallett è l'ora degli esperimenti

«Se giochiamo come le ultime partite in Australia perdiamo cento a zero». Se si guarda al pessimismo della partenza, il coach azzurro Nick Mallett dovrebbe essere soddisfatto della piega presa sinora dalla missione in Oceania della nazionale di rugby. Il debutto contro l'Australia, sabato scorso, si è risolto in una sconfitta per 31 a 8, un risultato che in qualunque altro sport sarebbe stato considerato una disfatta umiliante ma che nel rugby azzurro è stato vissuto con visibile sollievo. Di fronte ad una delle squadri più forti del mondo, gli azzurri non si sono mai neppure avvicinati ad impensierire gli avversari, sono stati maltrattati in una fase cruciale del gioco quale la touche - le rimesse laterali - hanno sbagliato placcaggi e passaggi. Ma il temuto bagno di sangue non c'è stato, e le dichiarazioni post partita della spedizione azzurra confermano che nella vita l'importante è a volte sapersi accontentare.
Sabato si rigioca, di nuovo contro l'Australia, stavolta a Melbourne Come promesso, Mallett cambia sostanzialmente la squadra: dei quindici di partenza solo cinque erano in campo contro i Wallabies a Canberra, e il risultato dell'ampio turn-over è che l'Italia di Melbourne sarà una delle nazionali più giovani mai viste: venticinque anni di età media con punte «verdi» come Simone Favaro, terza linea trevisano di neanche ventun anni. D'altronde anche dall'altra parte si farà largo ricorso agli esperimenti, il coach australiano Robbie Deans sa che la sua squadra è attesa in questa stagione - l'ultima prima dei mondiali 2011 - da un'agenda di test match potenzialmente logorante, quattordici impegni tra cui quelli imminenti contro Francia, Nuova Zelanda e Sudafrica: vissuti, senza offesa verso gli azzurri, con qualche patema in più di quello di sabato prossimo. Niente di strano, quindi, se per liquidare la pratica l'Italia «verde» Deans concede una pausa ai veterani - a partire dal capitano Stirling Mortlock - e si affida ai debuttanti. Il guaio è che quando si parla di Australia, le «seconde scelte» sono giocatori terribili come Pek Cowan, il pilone che sabato prossimo debutterà nella prima linea wallaby: un fanciullino di 22 anni che pesa 116 chili, non sorride quasi mai, viaggia come un camion e che ha bruciato le tappe dalle squadre giovanili fino alla prima squadra. Tanto che Robbie Deans si mostra fiducioso che l'Australia di sabato faticherà ancora meno di quella di Canberra per avere ragione dell'Italia.
Nel quartier generale azzurro, Nick Mallett si fa poche illusioni: «L'importante - dice - è che avevo promesso di utilizzare questi test match per dare a tutti la possibilità di mostrare il loro valore, ed è quello che stiamo facendo». Possibilità offerta in primo luogo a Craig Gower, l'australiano naturalizzato (grazie ad un mitologico nonno materno) che Mallett ha importato a spron battuto schierandolo a mediano di apertura. L'imposizione di Gower ha creato più di un malumore tra quanti ritengono inverosimile che il rugby italiano non abbia a disposizione un giovane numero 10 su cui investire, ma Mallett non ha dubbi. E se a Canberra l'affiatamento tra Gower e il mediano di mischia Canavosio ha fatto visibilmente acqua, il coach non ha esitato a darne tutta la colpa a Canavosio, «Pablo non stava bene».

Canavosio viene dunque spedito in tribuna «per motivi di salute», al suo posto sabato a Melbourne giocherà il ventiduenne mediano di mischia del Gran Parma Tito Tebaldi.

Commenti