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Sì, sono caduto. Così ho imparato a rialzarmi

Nella vita si cade, si va in crisi. E che male c’è? Si comincia da bambini, tutti giù per terra. Allora era un gioco, ma da adulti scopri che poi è infondola vita un po’ tutta così: cadi e ti rialzi, può sembraremenodivertente ma capisci che può essere anche una bella opportunità. Prima di tutto perché il mondo visto da terra offre tutta un’altra prospettiva e se sai guardarlo vedrai cose mai viste prima. E poi perché quando sei a terra, se ci pensi, sei in una condizione meravigliosa:non puoi più aver paura di cadere. Perché a terra ci sei già. Puoi solo divertirti a risalire, sentire i tuoi muscoli reagire, ritrovare quella scintilla che ognuno ha dentro di sé e che ti aiuterà ad affrontare un momento nuovo della tua vita.

Le mie cadute? Molte. Quella che non dimentico? All’inizio della mia carriera artistica, dopo il successo improvviso, totalmente inaspettato. Mi sono ritrovato in mezzo a gioie e soddisfazioni grandi ma intorno a me un frastuono assordante mi ha impedito di ascoltare ciò che avevo dentro. Sono caduto in un abisso. È stato in quel momento che grazie ad una forza di volontà che mi riconosco sin da ragazzo, all’affetto delle persone vicine e alla fortuna di fare un mestiere in grado di suscitare emozioni negli altri, ho trovato un’energia nuova nella vita.

È quella stessa che oggi mi porto dietro, che mi sostiene nelle crisi, nelle piccole e grandi cadute con le quali ho imparato a convivere. È così che mi sento: ottimista, pur non senza inquietudine e soprattutto mai davvero arrivato. Penso al futuro senza volerlo immaginare, perché è nelle cose impreviste che la mia natura dà il meglio di sé, facendo appello a tutte le sue risorse: l’ironia, la franchezza, la testardaggine e, nel bene e nel male, una certa dose di impulsività. Chi ha assistito ad un mio spettacolo dal vivo, o ad una puntata in radio, forse se ne è accorto: le cose più belle nascono da un imprevisto, da ciò che per molte persone che fanno il mio mestiere, sul palco, potrebbe sembrare un incubo. Da lì per me, invece, inizia il divertimento. E se mi diverto io so che ho buone possibilità di arrivare a chi mi sta seguendo.
E questo vale sulla scena e nella vita.

È il mio tratto autentico nell’essere sempre Fiorello e Rosario.

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