Sala va a Tokyo La Regione: «Non c'è gioco di squadra»

Beppe Sala è volato in missione a Tokyo per spingere il turismo milanese un po' in crisi dopo l'annata buona di Expo. Compagni di viaggio e testimonial: il balletto della Scala, lo chef Carlo Cracco e il calciatore Alessandro Costacurta. Una trasferta che ha fatto storcere il naso all'assessore regionale con deleghe al Turismo, Mauro Parolini, Ncd, che avrebbe preferito una campagna promozionale dedicata non solo a Milano ma all'intera Lombardia. «È importante fare squadra» dice Parolini, che accusa Sala di non essere coerente con le sue stesse dichiarazioni. «Se avesse organizzato questa missione insieme con la Regione, avremmo potuto valorizzare molte altre realtà della Lombardia. E sarebbe stato un risparmio, non un costo ulteriore».

Parolini precisa di «non polemizzare sull'utilità dei viaggi istituzionali, perché anzi spesso la presenza del sindaco facilita le relazioni», ma di essere convinto che Milano deve essere la «locomotiva» che tira tutti gli altri: «Per un giapponese che arriva a Milano, sono un nulla distanze come quella per il lago di Garda o di Como, per citare gli altri due luoghi forti del turismo lombardo, oppure per una visita alle cantine della Valtellina».

C'è poi una questione di brand da lanciare: «È importante anche diffondere all'estero la conoscenza delle altre bellezze della regione. Oggi non si dice: vado in vacanza in Lombardia, vorrei che in futuro questo diventasse un modo di dire comune».

Parolini, da assessore allo Sviluppo, polemizza anche sul Patto Milano: «La critica riguarda il premier e il sindaco.

Se al Sud Renzi ha fatto il patto con le regioni, non si capisce perché al Nord debba farlo con la sola Milano e non con tutta la Lombardia. Le grandi città statunitensi, come San Francisco, hanno dimensioni simili a quelle dell'intera Lombardia».

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