Il «salotto buono» del credito fa affari con il mondo

È considerato il «salotto buono» genovese del credito, anche per la presenza, al vertice della governance, di esponenti molto influenti (e altrettanto discreti, al limite del riserbo assoluto) di un mondo economico che vive all’ombra della Lanterna, ma fa affari - Genuensis, ergo mercator! - praticamente in tutto il mondo. In questo senso, la «Passadore», banca privata indipendente che opera dal 1888, continua a presentare conti in salute e, in particolare, chiude il bilancio 2011 in crescita nonostante la fase di mercato particolarmente critica e complessa per tutto il sistema creditizio. Gli impieghi alla clientela ammontano a 1,16 miliardi di euro, in aumento del 6,2 per cento, e il rapporto tra i crediti netti in sofferenza e il totale degli impieghi si colloca su valori molto contenuti, pari allo 0,44 per cento, decisamente inferiori rispetto alla media di sistema. La raccolta diretta aumenta a 1,6 miliardi di euro (+3 per cento sul 2010), mentre i titoli in deposito della clientela, valorizzati ai controvalori di mercato, ammontano a 3,6 miliardi, il 2,3 per cento in meno rispetto all’anno precedente, esclusivamente per il calo delle quotazioni dei titoli registrato a fine anno. L’utile lordo, infine, è in crescita dell’8,2 per cento, mentre l’utile netto si attesta a 8,7 milioni (+1,7 per cento). Il consiglio di amministrazione, pertanto, proporrà alla prossima assemblea la distribuzione di un dividendo di euro 0,10 per azione, invariato rispetto agli ultimi esercizi.
Per quanto riguarda la rete territoriale, spiega una nota diffusa dalla banca genovese, si è appena svolta la cerimonia di inaugurazione dei nuovi locali della filiale di Brescia, nella centralissima piazza della Loggia. La nuova filiale - confermano in Banca Passadore -, già operativa da poco più di un anno in una sede provvisoria, ha registrato in questo primo periodo di attività volumi operativi molto superiori alle attese.

Con la successiva apertura della filiale di Aosta, prevista per fine 2012, l’istituto proseguirà nell’attuazione del piano di sviluppo, con una presenza che arriverà a estendersi in 6 regioni (Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Valle d’Aosta), 14 città e 21 punti operativi.

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