Tristi dentro allegri fuori È la depressione sorridente

Si tratta della forma più infida della malattia: chi ne soffre conduce apparentemente una vita normale

Diana Alfieri

La depressione può presentarsi in tanti modi: c'è chi non riesce ad alzarsi dal letto, prova ansia e disinteresse per la vita e chi continua a sorridere, coltivare le amicizie e lavorare. E quando è così è ancora più difficile rendersi conto o far capire agli altri di aver bisogno di aiuto. Questa forma, che per certi versi appare la più infida, ha un nome: «smiling depression». Davanti agli altri si sorride mentre dentro ci si sente fragili, tristi, senza speranza. Chi ne soffre conduce una vita apparentemente normale che però nasconde un mondo interiore ben diverso da quello mostrato.

CHI È A RISCHIO

Olivia Remes dell'Università di Cambridge (UK) in un articolo pubblicato recentemente sulla rivista on line The Conversation, sostiene che questo tipo di depressione può iniziare presto nella vita e durare a lungo. Diversamente da altre, nelle quali l'insonnia è un campanello di allarme, in questa forma il bisogno di dormire in genere aumenta e l'angoscia tende a salire soprattutto di sera. Colpisce tra il 15 e il 40 per cento dei soggetti depressi, e risulta più comune nelle persone con determinati tratti come rimuginare eccessivamente sul passato e sugli errori commessi, avere difficoltà a superare situazioni imbarazzanti, essere ipersensibili alle critiche.

Secondo la ricercatrice si tratta di una depressione pericolosa perchè difficile da individuare. Espone tra l'altro a un rischio maggiore di suicidio. Queste persone sono in grado di portare avanti attivamente la propria vita, possono riuscire ad attuare i loro propositi.

COME USCIRNE

Ci sono altri motivi che rendono questa depressione più pericolosa. Apparire felici agli altri e soffrire profondamente dentro può voler dire non rendersi conto della propria condizione, non volerne prendere coscienza, pensare di non avere un problema visto che si è in grado di affrontare la routine quotidiana. Si può aver paura di essere considerati deboli ammettendo la propria difficoltà. Possono affiorare sensi di colpa per il fatto di soffrire pur non vedendone motivi veri.

L'idea di aver bisogno di rivolgersi a uno psicologo può sembrare esagerata o far pensare di essere gravemente disturbati. E questo porta a non parlarne con nessuno, a soffocare la sofferenza dietro un'immagine di sé non realistica.

Smettere di razionalizzare i problemi pensando che non siano abbastanza gravi è invece il vero inizio per rompere un ciclo negativo.

È questo che porta a capire che è il momento di prendersi cura di sè, che non sempre ce la possiamo fare da soli, che è necessario chiedere aiuto e abbiamo diritto a trovarlo perchè la depressione è una condizione che stravolge la vita ma dalla quale si può uscire.

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