Roma - "Mai nessuno a memoria d’uomo è stato oggetto in Italia di tanta violenta denigratoria". Il premier, durante una conferenza stampa alla Camera dedicata a un libro su Domenico Scilipoti di cui il capo del governo ha scritto la prefazione, torna ad accusare l'opposizione. E difende Scilipoti, sottoposto a un attacco "nel suo genere davvero impressionante", visto che il fondatore del Movimento di responsabilità nazionale "è stato aggredito e offeso persino nei suoi affetti più cari ma non ha mai manifestato un dubbio sul da farsi". Poi il Cavaliere precisa la differenza tra il governo e la sua maggioranza e la sinistra. "Per noi l’avversario è un avversario, noi l’avversario lo contraddiciamo ma lo rispettiamo e invece "per la sinistra è un nemico da ridicolizzare, disprezzare e qualche volta da odiare. Nessuno meglio di me conosce queste campagne di aggressione". "Nessuno meglio di me - ha detto ancora il premier - conosce queste campagne di aggressione mediatica. Nessuno è stato tanto oggetto di violenza denigratoria".
Non consegneremo l'Italia a Di Pietro e Bersani Poi il premier ribadisce la sua sicurezza a proposito della durata del governo e dice: "Noi siamo al governo e resteremo fino alla fine della legislatura. Non consegneremo l'Italia a Bersani e Di Pietro nonostante i giornali, il fango e i fantomatici salotti dei poteri forti". L'opposizione in Italia non si rassegna, non riesce a giocare una partita all'interno delle regole democratiche, ma è pronta ad usare ogni mezzo per ostacolare il Governo, dalle manovre parlamentari alla strumentalizzazioni dei risultati dei referendum e delle elezioni amministrative". Infine, il premier dichiara: "Questo Paese è strano, mi accusano di avere il controllo dell’informazione ma poi vengo massacrato dai mezzi di informazione. Sono vittima di una "gogna mediatica"
Lodo salva Fininvest Infine il premier, rispondendo a una domanda sulla norma cosiddetta del lodo Mondadori inizialmente inserita nel decreto legge sulla manovra economica, ha detto che si tratta di una misura "sacrosanta ed equilibrata", e poi ha aggiunto: "Io e Fininvest non abbiamo bisogno di nessuna norma per salvarci". La norma salva Fininvest contenuta nella manovra e poi ritirata "non l’ho scritta io", ha precisato Berlusconi spiegando che della norma Tremonti era a conoscenza ma che "non ha ritenuto di portarla al voto del Cdm perché pensava che sarebbero stati tutti d’accordo". E "Calderoli che non sapeva della norma perché non c’era, poi mi ha detto "perbacco, se me l’avessi detto l’avrei scritta io e sarebbe venuta meglio". Nessun giallo", ha concluso il Cav che ha comunque ribadito che "la norma era giusta, equilibrata e sacrosanta ma ormai nel nostro paese non c’è legge giusta che possa passare se per caso possa favorire Berlusconi o a chi è a lui vicino". Infine il Cav aggiunge: "Dato che per quanto riguarda il caso Fininvest ci sarà una sentenza credo prossimamente, si potrà inserire la norma in Parlamento: non ci sarà più la possibilità che venga presa come una norma solo per Fininvest o una cosiddetta norma ad personam. Essendo sacrosanta ed equilibrata, credo si possa pensare di inserirla durante il percorso parlamentare".
Quagliarello: presenteremo un ddl E su quest'ultimo punto Quagliariello si è schierato sulla stessa linea e ha annunciato: "Presenteremo un ddl a firma mia e di Gasparri che affronterà in termini strutturali e ben articolati la norma dei risarcimenti civili". Si tratterà di un provvedimento sostitutivo della norma definita "salva-Fininvest" stralciata dalla manovra. "Ne parleremo a tempo debito, è una cosa che ha molto a che fare con l’economia e lo sviluppo", ha spiega Quagliariello in Aula prima del voto di fiducia al dl sviluppo.
Bossi: della norma non sapeva nessuno
"Non ne so niente", dice però Umberto Bossi circa la ripresentazione della norma salva-imprese. E, a chi gli chiedeva se Tremonti fosse a conoscenza del lodo, risponde: "Non lo sapeva nessuno, nemmeno Tremonti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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