San Raffaele, 3mila licenziamenti

RomaÈ dai tempi di Piero Marrazzo che la Tosinvest San Raffaele Spa riesce a fare notizia soprattutto con i licenziamenti. Dal 2008 a oggi una sfilza di comunicati che poco hanno a che fare con i propositi di rilancio delle eccellenze sanitarie laziali. L’ultima del gruppo Angelucci è l’annuncio dell’avvio delle procedure di cessazione delle attività sanitarie del Gruppo operanti nel Lazio, tra cui il San Raffaele di Roma. Dove 3171 dipendenti saranno licenziati e 2283 pazienti dovranno essere ricollocati altrove. Ma subito, dal 15 aprile. «Drammatiche decisioni - si legge nel comunicato Tosinvest - provocate dall’inerzia degli uffici della Regione Lazio nella sottoscrizione delle intese per la riorganizzazione del Gruppo S.Raffaele, nonché da mancati pagamenti, sempre da parte della Regione, di prestazioni sanitarie già rese dalle strutture del Gruppo per un importo di 150 milioni». Amen.
Una bomba nelle mani del governatore Polverini che tira in ballo l’ordine pubblico: «Non è solo una questione che riguarda il sistema sanitario, se tremila famiglie dovessero rimanere senza lavoro sarebbe un problema di ordine pubblico...». La Polverini ieri ha ricevuto una lettera dai primari e dai direttori sanitari del san Raffaele; lettera indirizzata anche al ministro della Salute Ferruccio Fazio al quale si chiede «di evitare la chiusura di strutture del Lazio che finora hanno consentito di svolgere attività di assistenza e di ricerca di elevata qualità anche a livello internazionale e che si trovano nella difficoltà di continuare a garantire non solo i loro elevati standard di qualità, ma la stessa presa in carico del paziente». «Riteniamo indispensabile - scrivono ancora i direttori sanitari - un intervento istituzionale in termini di programmazione e organizzazione. È dato oggettivo che presso le nostre strutture vengano accolte persone con caratteristiche cliniche di elevata complessità (19mila pazienti dal 1 gennaio 2010 al 29 marzo 2011). Tutto ciò è possibile grazie alla nostra organizzazione basata sull’approccio multidisciplinare.

La sola ipotesi che si realizzi la cessazione delle attività abbatte il valore della centralità del paziente che l’Azienda ha da sempre sostenuto, nonchè il riconoscimento dei professionisti che a questo valore hanno sempre creduto».

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