Sangalli (Confcommercio): «Meno tasse e burocrazie per il rilancio del mercato»

«Confcommercio ha sempre sostenuto la necessità di porre al centro del dibattito e dell'azione di governo i temi del rilancio dei consumi e della crescita». A confermarlo su Dossier è il presidente nazionale della Confcommercio, Carlo Sangalli, il quale analizza uno scenario colmo di criticità. «Voglio ricordare che la domanda interna - per consumi e investimenti - rappresenta circa l'80 per cento del Pil - spiega Sangalli -. Ed è da qui, dunque, che si deve ripartire per contrastare la recessione e per tornare a costruire crescita e occupazione».
La via da perseguire, per il numero uno di Confcommercio, resta quella della riduzione netta della pressione fiscale complessiva, che oggi per i contribuenti in regola arriva al 55 per cento, «un vero e proprio record mondiale che zavorra pesantemente consumi e investimenti».
Un obiettivo raggiungibile, «attraverso un più incisivo e veloce avanzamento della spending review, parallelamente al contrasto e al recupero di evasione ed elusione. Così pure devono andare avanti i processi di dismissione del patrimonio pubblico e si deve accelerare sulla semplificazione della burocrazia, che grava sulle imprese italiane per oltre 23 miliardi di euro l'anno».
Ma contemporaneamente deve avanzare l'impegno collaborativo di imprese e lavoro per il rafforzamento della produttività. «Un obiettivo che dipende dall'avanzamento dell'intero cantiere delle riforme».
Confcommercio chiede il riconoscimento del contributo alla maggiore produttività e alla maggiore crescita che può derivare dal commercio e da tutto il sistema dei servizi di mercato, che rappresenta ben oltre il 50 per cento del Prodotto Interno Lordo e dell'occupazione italiani.


«Da qui, la nostra richiesta di una politica per i servizi - cioè un sistema di regole, di strumenti e di risorse - che supporti i processi di rafforzamento della produttività. In particolare attraverso l'innovazione, tecnologica ma anche organizzativa, di tutto il sistema dei servizi».

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