Cultura e Spettacoli

Sarà la Ucla a conservare l'archivio privato di Aldous Huxley

Le carte dell'autore di «Nuovo mondo» e «Le porte della percezione» non verranno disperse, ma conservate nell'ateneo dove ha studiato un fan dello scrittore inglese: Jim Morrison

Sarà la Ucla a conservare l'archivio privato di Aldous Huxley

Alla fine non si disperderà nelle biblioteche e nelle case di tanti appassionati bibliofili. L'archivio privato di Aldous Huxley (1894-1961) rimarrà integro e verrà custodito in un fondo della biblioteca dell'Università di California di Los Angeles (la stessa dove hanno studiato tra gli altri Francis Ford Coppola e Jim Morrison). E non è un caso che sia stata proprio la celebre Ucla (tra le culle del movimento pacifista e contestatario degli anni Sessanta negli States) a mostrarsi l'istituzione più sensibile nei confronti di uno scrittore sì britannico ma praticamente naturalizzato americano e divenuto proprio nel corso dei suoi ultimi anni di vita «padre putativo» di quella cultura lisergica che tanti frutti (alcuni forse un po' amari) avrebbe dato alla cultura pop d'oltreoceano.
Nessuna cifra economica è stata precisata circa il costo dell'acquisizione. Tra documenti autografi della collezione figurano i manoscritti di dodici romanzi e quelli di 35 tra saggi, articoli e discorsi per conferenze pubbliche. Nell'archivio sono conservate anche decine di nastri magnetici di registrazioni di interventi di Huxley, compresa una lettura integrale, fatta dallo stesso autore, del suo romanzo Il tempo si deve fermare del 1944. Particolare importanza assumono per gli studiosi le lettere che Huxley si scambio con sua moglie Laura, morta nel 2007 nell'archivio si trova infatti una vasta corrispondenza amorosa. È presente, inoltre, il carteggio di Huxley con eminenti personalità della letteratura, dell'arte e dello spettacolo. Nell'archivio ci sono, infine, numerosi effetti personali appartenuti allo scrittore, tra cui i suoi occhiali, il suo portafoglio e il suo passaporto inglese.
Un corpus discreto che sarebbe potuto essere ben altra cosa se un incendio non avesse completamente distrutto la casa californiana dello scrittore il 12 maggio del 1961 (due anni prima della morte).
Probabilmente il suo romanzo migliore a tutt'oggi rimane Nuovo mondo (in Italia pubblicato da Mondadori), uscito la prima volta in Inghilterra nel 1932. Al di là dei meriti letterari del testo, Nuovo mondo si segnala come capofila di una corrente letteraria che si rifà al concetto di distopìa. Un termine coniato dal teorico del liberismo John Stuart Mill (tra le letture più appassionate del giovane Huxley negli anni del Balliol College di Oxford) con il quale si intende l'esatto opposto di utopia, vale a dire il peggiore dei mondi possibili. Il trauma della prima guerra mondiale era ancora vivo nelle carni e nelle menti di molti inglesi e la crisi economica mondiale faceva percepire la possibilità che la società industriale avrebbe potuto degenerare in un incubo invivibile. Proprio negli anni di incubazione del suo romanzo aveva avuto tra i suoi allievi un giovane brillante che presto avrebbe dato corpo in maniera più puntuale a questo incubo di un futuro sempre più probabile. Si chiamava George Orwell.
Anche il progresso scientifico è tra le paure ricorrenti di Huxley. L'autore britannico, che dal 1942 stabilisce la sua residenza nella cittadina di Llano in California, sviluppa un personale percorso antitetico al razionalismo scientifico arrivando ad abbracciare un misticismo «su misura» e gli insegnamenti indù di Swami Prabhavananda. Facendo, altresì, un uso sempre più sistematico di potenti allucinogeni come l'acido lisergico e la mescalina. Esperienze che l'autore inglese sintetizza in un celebre saggio Le porte della percezione (tratto da un componimento lirico di William Blake) che segnerà a tal punto la generazione degli anni Sessanta che il celebre complesso rock The Doors proprio dal testo di Huxley prende spunto per il proprio nome e per le parti più «incendiarie» della propria poetica.
La parabola umana di Huxley si chiude una notte del novembre del 1963 e il modo, a guardarlo con gli occhi dell'oggi, è quanto mai significativo. Si è trattato in buona sostanza di eutanasia. Huxley, ormai ridotto a una larva a causa di un cancro alla gola, chiede alla moglie di preparargli una potente siringa di Lsd. Se n'è andato, così, lo stesso giorno di altre due morti importanti: la prima decisamente traumatica (il presidente John F.

kennedy) e la seconda naturale (lo scrittore irlandese Clive Staple Lewis, autore delle Cronache di Narnia, ucciso da un attacco di cuore).

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