Sassi contro il vaporetto Donna ferita a Venezia

Marino Smiderle

da Venezia

I criminali del cavalcavia traslocano in Laguna. E al posto dei ponti autostradali scelgono di appostarsi lungo le rive dei canali. A scoprire l’ultima assurda moda assassina sono stati i cinquanta passeggeri del vaporetto della linea 1, quella che collega San Zaccaria al Lido e che l’altra sera, poco dopo le 21.30, ha subito l’«attacco» di un gruppetto di imbecilli appostati lungo la riva dell’Arsenale. Una mano criminale ha lanciato un grosso sanpietrino che ha mandato in frantumi il vetro dell’imbarcazione prima di sfiorare le teste di diversi passeggeri e colpire, infine, la caviglia di una donna.
Poi ne sono arrivati altri, con i passeggeri in preda al panico. Un incubo, qualcuno ha addirittura pensato a un attacco terroristico, considerato il gran rumore provocato dai vetri infranti. È stato prontissimo, per fortuna, il conducente del vaporetto che, intuito subito ciò che stava accadendo, ha dato una sterzata al timone e si è portato il più lontano possibile dalla riva puntando verso la fermata dei Giardini.
Qualcuno avrebbe scorto alcuni giovani che sostavano sulla riva incriminata, ma per prima cosa si è dovuto pensare ai soccorsi. La donna colpita dalla pietra, una casalinga quarantenne, gridava dal dolore e al momento non si poteva capire la gravità della ferita. Molti altri, in compenso, accendevano idealmente un cero alla Madonna: quel masso finito dentro il vaporetto e sulla caviglia della sfortunata casalinga se l’erano visto passare a pochi centimetri dalla testa.
Tentato omicidio, con l’aggravante dei futili, o meglio, inesistenti motivi, questa dovrebbe essere l’accusa nei confronti di quei criminali drogati di noia che hanno pensato di accendere la serata rovinando, o magari togliendo, la vita di qualche ignaro passeggero.
La donna è stata medicata all’ospedale del Lido, ma la prognosi, per fortuna, è lieve.

I carabinieri del comando veneziano stanno indagando sulla vicenda, sfruttando le testimonianze raccolte da un collega in borghese che era a bordo del vaporetto al momento dell’assalto. I teppisti sono fuggiti subito dopo l’impresa, dileguandosi nelle tenebre della laguna.

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