Le statistiche ci hanno sempre dipinto come un paese di bevitori moderati. Ma se si punta  l'obiettivo sull'universo dei giovani, la tradizione lascia il posto a una crescente voglia di  sballo. E, quel che è peggio, trattandosi di ragazzi e ragazze solitamente squattrinati,  l'obiettivo è bere e ubriacarsi, tanto meglio se il mezzo per farlo è «low cost». Basso prezzo  e, dunque, bassa qualità.
   A puntare i riflettori su un fenomeno in  crescita è Emanuele Scafato, direttore  dell'Osservatorio alcol  dell'Istituto superiore di sanità e presidente della Società  italiana  di alcologia, dopo il caso della ragazza finita in coma  etilico a seguito di un festa a  Panarea. A fornire un quadro allarmante della situazione, afferma  Scafato, sono innanzitutto i  dati: «Sono ormai nove su dieci gli adolescenti che nel fine settimana si ubriacano in discoteca  o nei pub e molti hanno meno di 18 anni». E i dati  raccolti negli ultimi dieci anni, indicano  che beve con il  preciso obiettivo di ubriacarsi il 64,8% dei ragazzi e il 34%  delle ragazze. Fra questi i minorenni (fra 11 e 18 anni) sono  sempre di più (42% dei ragazzi e 21% delle  ragazze) e sono più  numerosi rispetto ai ragazzi più grandi (19-24 anni). Fra  questi ultimi,  infatti, ad ubriacarsi sono il 19% dei maschi e  il 9% delle femmine. Dopo i 25 anni, invece, le  percentuali  scendono al 7,5% dei maschi e al 5,5% delle femmine. 
 Bere per ubriacarsi, dunque, consumando in media, afferma  Scafato, da quattro (tre per le  ragazze) a sei bicchieri. Ma come spiegare la moda dello sballo da alcol? «I giovani  - rileva  Scafato - hanno oggi imparato ad organizzare il  divertimento e la socialità prevalentemente  attraverso l'uso di  sostanze, in primis l'alcol». E questo, avverte l'esperto, si  deve a varie  ragioni: «Innanzitutto, gli adulti hanno lasciato  che passasse ai ragazzi il messaggio che bere  rappresenta in  qualche modo uno status symbol ed un atteggiamento che indica il  massimo delle  prestazioni». 
 Ma c'è anche un altro fattore:  «Nel corso degli ultimi 10 anni è aumentata la disponilità di   bevande alcoliche per i giovani, sia perchè i ragazzi  dispongono di più soldi per acquistarle  sia per la facilità di  reperimento di tali bevande anche a prezzi super scontati, tanto  che  spesso diventa più conveniente acquistare alcol rispetto ad  altre bevande».
 A ciò si aggiunge una legge che non aiuta:  «In Italia la norma del 1929 vieta solo la  "somministrazione"  di alcol ai minori di 16 anni - rileva Scafato - e questo lascia  aperta la  possibilità di vendita ai minori, tranne laddove i  sindaci sono intervenuti con ordinanze  locali». Proprio come ha fatto il Comune di Milano che ha rincarato la dose con pesanti multe a  venditori e bevitori under 16. Un'iniziativa che ha fatto discutere. Ma che ora anche il Comune  di Viareggio vuole imitare.
 Secondo i curatori della ricerca ci sono anche altri modi di intervenire.
Sballo alcolico, una moda per 6 adolescenti su 10
Una ricerca dell'Istituto superiore di sanità svela la crescita del fenomeno: sempre più ragazzi bevono per ubriacarsi con bevande a basso costo e di dubbia qualità. Dopo Milano, anche Viareggio vara le multe per gli under 16
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