Schifani «La politica non punti a eliminare il nemico»

Un auspicio e un monito. Perché in politica l’avversario non sia più un nemico e si eviti il rischio che alla fine prevalgano «le spinte disgregatrici». Così il presidente del Senato Renato Schifani, parlando ieri a Palermo, ha cercato di rasserenare l’infuocato clima di questi ultimi tempi tra maggioranza e opposizione. Il muro contro muro nato dalla «cultura della contrapposizione tra “amico” e “nemico” - ha ammonito il numero uno di Palazzo Madama - è ormai irriducibile e può terminare solo con l’eliminazione definitiva del nemico». Una deriva pericolosa perché questo atteggiamento «inquina la vita pubblica e porta al prevalere delle spinte disgregatrici» mentre le democrazie maggioritarie non dovrebbero conoscere «nemici» ma solamente «forze in competizione tra loro nel quadro della comune appartenenza ai valori del pluralismo e della libertà».

Così se negli ultimi 15 anni gli italiani hanno premiato il bipolarismo dando «un chiaro messaggio della volontà di semplificazione dei partiti», la classe politica «ancora non dimostra di essersi perfettamente calata nella nuova dimensione del sistema maggioritario».

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